

Oltre i vetri case lavate dalla pioggia,
e finestre chiuse per l’acqua di stravento.
Nei minuscoli giardini s’agitano palme
con secco battere di foglie che sembra applauda al tempo.
Ci si stringe attorno, si rinserrano persiane e scuri,
ma non del tutto, restano pertugi
e occhi del tempo altrui curiosi.
In cielo nuvole tozze e grigie,
e raggi di luce che radono i profili.
Nella vasca dove son nati, due piccoli piccioni,
mescolano le piume infreddoliti,
la mamma li copre,
prima l’uno poi l’altro, assieme
e guardo loro
e i rosa e i gialli degli intonaci carichi di pioggia,
come se in essi l’inatteso avesse un senso arcano.
Con noi e senza di noi, muta tutto attorno,
così l’emozione prende e rinserra il cuore come casa e nume,
come porta che resiste al tocco,
e si chiude nel bene che l’attornia.
Si pensa il proprio stare,
terra fertile, nutrice di ricordi
e fiori di campo senza necessità d’un nome,
ma la sera cala come lacrima,
per dire: ancora di nulla e di tutto m’emoziono.
Storia potente è il vivere e la vita.
Scrivi come chi guarda davvero, con gli occhi e con il cuore. Ogni immagine è tenera e precisa, come se tu stessi accarezzando la realtà con le parole. Sai cogliere la bellezza minuta — un piccione, una persiana socchiusa, un colore sotto la pioggia — e da lì fai nascere pensieri grandi, profondi, ma sempre umani. Leggendoti, si sente che la vita, per te, è una storia sacra anche nei suoi silenzi. E questo, chi legge lo sente, e lo porta con sé.
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Grazie Nadine, sei cara 🤗
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