In fondo, per amar la vita, amo l’erba libera dei viadotti,
le loro transenne prive di cura,
tutto ciò che osserva il balenare della fretta,
tra solitarie parole nelle auto,
e cartelli che sbiadiscono i divieti.
Amo l’indifferente solitudine di chi sparge i suoi semi,
la costanza indocile di chi cresce nei declivi,
e apprezzo la fatica della pietra che non rotola,
mentre cerca sodali e non li trova.
Amo la tenue profondità del muschio,
il suo gratuito verde,
e l’infinita tenerezza che a noi, davvero inutili,
regala erba per presepi personali
di stagnola e carta pesta.
Il positivo anche se non sempre è sotto gli occhi.
Mi piace.
Ciao.
È così Nadia, ignoriamo il molto vicino che pure si mostra 🙂
che bel poeta che sei! grazie
Che gentile che sei Federica, grazie 🙂