Vestito di bianco giocavo col fango
e mi sporcavo,
guardando gli schizzi stupito e felice.
Ero un grande esploratore
che toccava il suo corpo
pestava pozzanghere
e mangiando leccava le dita.
L’impuro non era mai nato
e tutto era a portata di senso,
quel senso che fa capire le cose
con dita, orecchie, e la bocca.
La gioia o il piacere vivevano confusi
assieme al dolore e al pianto,
senza un tempo che non fosse l’adesso.
Poi vennero confini, rimbrotti, divieti,
e pian piano l’innocenza veniva sottratta, a me che incompevole non sapevo.
ma del resto nella vita molto mi è stato rubato. Questa innocenza del lasciarmi sottrarre non è mutata, ma poi sempre la tristezza m’ha raggiunto,
per questo nasce tutto quello che nel profondo si ribella.
E lo seguo.
Anche se m’accontento di poco,
di colori, di luce tra le foglie,
di tempo donato e apparente inutilità.
In ciò che m’appartiene
trovo innocenza nell’inutile
e sento che posso viverne felice.
😊
E dici niente:
saper ritrovare l’innocenza bambina nella vita adulta e provare meraviglia per le piccole cose è la base di partenza (o di arrivo?) per la felicità.
Un sorriso per una bella settimana
ciao
Ondina
bellissimi versi e trovo importante riuscire a mantenere in età adulta una parte del bambino che è in noi
C’ è, in ognuno, il cuore d’ un fanciullo,
noi lo dimentichiàm mettendolo in soffitta …
poi inaspettata una gioia dolce e invitta
fà nascer fiori in un terreno brullo !
🙂
Buon giorno Marta, Ondina, Babajaga, Cavaliere, grazie per la vostra attenzione. A voi e ai silenziosi 🙂 buona settimana. Il fanciullo che siamo e che siamo stati sia sempre curioso e voglioso di vita. Vi auguro luce per i vostri occhi.