S’appoggia al muro, il violinista,
la schiena si raddrizza,
una sola nota suona
e più chiara sembra l’aria,
quieto il rumore attorno.
Lunghissima e costante,
infrange il tempo della distrazione,
e sembra non finire:
così si fa silenzio!
Dai tavolini dei bar si girano le teste,
s’apre una porta di bottega,
un uomo guarda mentre asciuga le mani nel grembiule,
chi è quel signore, chiede un bambino,
e indica col dito,
la mamma qualcosa sussurra,
mentre la nota si spegne d’improvviso.
S’alza l’archetto,
ora la mano pizzicando danza,
e mentre riprendono le voci, ma più piano,
nasce un ritornello nell’aria cristallina.
Che strano, un’attesa si fa strada,
tra desideri che passeggiano,
dentro gli occhi che rubano dalle vetrine,
nel chiacchiericcio e nelle risatine,
tra passi lenti e braccia allacciate,
s’insinua e nasce
e vive d’attimo,
e si confonde di pensieri
di un giorno,
di una vita,
per sempre,
non importa,
nasce.
Chi ha dentro la musica, la inseguirà come l’unica ardita sceltadi vibrazioni impertinenti che ne permettono la congiunzione al sogno, la vita oltre lo stesso sogno. Complimenti per tutto e Ciao, Mirka