E’ come dire: non capisco la matematica. Oppure: non mi piace la poesia. Ed esserne pure contenti. Eppure controlliamo il resto, guardiamo l’ora per sapere quanto manca a qualcosa d’importante, ci fermiamo a guardare un tramonto, ci commuoviamo per una musica, ecc. ecc. Adoperiamo l’aritmetica, preferiamo e gustiamo il bello, anche senza esserne educati. In quei momenti, forse, vorremmo capirne di più, per goderne di più. Allora può essere indifferente, o addirittura motivo di gloria, non capire i sentimenti, farci la scorza, e non sapere (che poi significa scambiare e comunicare) di cosa si parla quando usiamo parole come amore, condivisione, affetto, tristezza, solitudine, ecc. ecc. ?
E se questa fosse solo un’ incapacità culturale, una timidezza ad entrare in campi troppo sensibili e pericolosi, divenuta carenza d’educazione, allora ciò che sembra lasciato all’intuizione e sensibilità del singolo, avrebbe di una grammatica, delle regole sintattiche, e così sostanza e sfumature emergerebbero ben oltre l’apparenza, la superficialità, il sentire innato. Un tempo solo alcuni studiavano, e usavano il sapere, il resto brancolava nell’istinto e nella fatica dolorosa delle vite, così, oggi, i sentimenti sono ancora terreno in cui al più giova l’esperienza e nessuno insegna come entrarci, rimanerci, uscirne. E come viverli al meglio. E si vede cosa ciò produce.

Penso che, per comodità, spesso si faccia finta di non capirli….comprendere i sentimenti vuol dire, in qualche modo venirne coinvolti e molti preferiscono evitare. Buona giornata!
Date: Tue, 18 Nov 2014 00:26:57 +0000 To: silvia-1959@live.it
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E’ anche così, Silvia, ma credo manchi proprio una educazione ai sentimenti
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Concondo: manca un’educazione ai sentimenti.
Un post che tocca un tasto dolente….
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Il sentimento è bomba. Sempre. E non c’è educazione che possa contenerlo o guidarlo. Esplode e tu sei morto col sorriso sparato e inutilmente spavaldo. S’entends siffler le trein
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