Ho visto l’altro me, ed era ben più vecchio.
M’ ha sorriso con un cenno, ma subito s’è perso,
chi aveva salutato?
Come i capelli, il completo chiaro e grigio,
un po’ slacciata la camicia,
la pancia prominente, la camminata lenta,
era come allora,
solo invecchiato.
M’ha sorriso e ha proseguito,
m’ha sorriso e s’è voltato,
scegliendo con circospezione i ciottoli,
gli occhi a terra ha riportato.
Qualcosa gli era sfuggito,
forse se l’è chiesto o forse c’era abituato,
così ha proseguito,
scuotendo un po’ la testa ad un pensiero dileguato.
Mi sarebbe piaciuto vedere un lampo,
un abbraccio,
del comune allora, un segno,
ma non c’è stato modo,
ché oltre l’angolo ormai era sparito.
Come il tempo,
che a volte ci riconosce
e a volte scrolla il capo
pensando d’essersi sbagliato.
E l’ultimo raggio di sole
accarezzerà i nostri capelli bianchi.
Lisa 🙂
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mi piace m’immagine che evochi, Lisa. 🙂
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Non vorrei guardare i ciottoli che sono buchi anche per gli occhi di un falco. I miei di colomba che così spesso starnazza dentro e fuori stagno una barca bianca negli occhi come illusione di un tempo fermato mentre se ne va. Si. Todo cambia e ancora tutta intera sono magari con un’efelide in piú. Mi piaccio cosí? Non me lo chiedo piú di tanto. Gli occhi degli altri raccontano storie di piacere che mi fa bene credere. Certo per una perfezionista come sono è dura come cavolo al mattino ma mi piaccio così e con i mille segni di una svanita perfezione. Saranno i miei buchini sopraggiunti a ricordarmi di riempirli sempre della intera me con tante candeline di preghiera buona per quel canto che circolerà sempre in ogni ragnatela di vena. GRACIAS A LA VIDA. Mirka mica rileggo perchè ricomincia la lagna dei molti veli di cipolla. Grazie comunque per questi teneri versi.
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