piccoli disegni, frasi che iniziano senza maiuscola e finiscono senza punto, pagine percorse per terzi, quadranti, sbiechi tagli sospesi,
finché scroscia un pensiero verticale e lascia un tappeto di lettere morte:
o si trova una strada o ci si perde tra le spire sinuose del boa che abbraccia e non stringe, si colora, cangia e prosegue verso una nuova pagina chiara
Basta leggere.
E dai tagli sui muri entra, luce festosa pulviscolo d’oro danzante quieta qualche impronta che l’accoglie : è lì, tutto, lampante e incompiuto. E…
Il pensiero non si compie, come una nassa aperta, è interminabile succedersi di guizzi, code, luci di scaglie frante, senza ritorno, avanti senza ricordo, avanti, ancora avanti…
Là in fondo, c’è il mare aperto.
nb: bisognerebbe leggerlo come una sorsata, bisognerebbe…