Fa abbaiare i cani, il temporale ancora lontano,
e apre nel cielo squarci di nubi contornate dai riflessi dei lampi.
Rotola giù dai monti, il tuono,
diceva mia nonna quando lo scuro invadeva il cielo e la stanza
e i monti erano cornice per noi di pianura.
Immaginavo allora i fulmini come grossi fagotti di luce,
che scendevano rimbalzando su alberi e case
fino ad esplodere nella pioggia e nel suono. Stasera c’è l’annuncio di cio che verrà nella notte
ma il cielo è ancora quello del Tiepolo quando sovrapponeva agli azzurri, il grigio
e il bianco
per rubare luce all’immensità sconosciuta
e donarla all’attesa.
Chi verrà da quello squarcio ad occhieggiare gli uomini,
i loro pranzi e parole dei riti d’agosto?
Corrono adesso le nubi e nuovi azzurri si aprono
mentre i cani continuano ad abbaiare
e nel silenzio che viene dalle tavole sfatte,
parlano tra loro di qualcosa
che noi più non capiamo.
Che bella. Hai una così grande espressività emotiva e riesci a scrivere in versi sensibilità e stati d’animo che ai più sfuggono. Grazie
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Grazie Marina, sei sempre molto gentile con me. Buon post ferragosto, che non significa nulla, ma il mese svolta e per quantiche vibrazioni ora guarda al giorno e ai mesi che verranno. Che siano buoni con gli uomini i mesi e gli anni 🤗
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È un testo bellissimo, Willy, porti dentro la tempesta e il suo presagio con la stessa delicatezza con cui un pittore stende i colori. Leggendolo si ritrova non solo l’infanzia ma anche la stanchezza matura.
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Grazie Nadine, la stanchezza matura si fa sentire 🤗
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Potrebbe essere l’inquadratura da una finestra… ma poi ci sono i suoni, e suona un po’ come una favola.
Bellissimo davvero 🥰
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Grazie Mimì 🤗
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