
La vita sobria è un rosario di verde,
che sgrana nei giorni di attese discrete,
di te, del tuo passo senza fretta.
Nell’aria di ogni mattina diversa.
la sobrietà delle parole
attendono il suono
il segno, la forma, e restano negli occhi,
sospese nel corsivo pomeriggio.
Ogni giorno rintocca,
e raduna attorno un concerto di piccoli segni,
il libro aperto rilegge la frase,
per il piacere che attende d’entrare,
come accade alle bocche prima del bacio.
Ho visto pietre spaccate dal gelo,
che mostravano la fatica del carbonato,
nell’essere stato vivo e poi sasso,
come accade alla memoria d’un gesto mio,
che ha rotto il tempo allora,
mutando attorno i colori, e molto ha mutato.
Sul terrazzo vige la gioiosa confusione delle piante
che rispondono con tenerezza al poco
e variano il verde secondo il mio umore,
acqua e cura è ciò che richiedono i corpi,
e che il dolore di un sapere lontano
abbia ancora speranza.
Prima della sera, raduno ciò che è venuto
e m’arrendo al sentire che non tace,
così mentre la notte beve la luce
l’umore attorno si mescola al mio.