esami di maturità

5 pensieri su “esami di maturità

  1. L’esame di Stato, che da tanto tempo non si chiama più “di maturità” ha cambiato tante pelli negli anni… Io ho fatto quello in sessantesimi, con due scritti e due materie all’orale, era un esame facile rispetto a quello precedente ma almeno nei primi anni si navigava un po’ a vista e i commissari esterni spesso mettevano in difficoltà, e molte volte lo facevano di proposito. Quando sono stata un’insegnante a un certo punto (nel 1999) è nato l’esame in centesimi, con tre scritti e tutte le materie all’orale. Dal covid in poi so che è stato modificato ancora, ma se Dio vuole io non insegno più, quindi non sono molto aggiornata. C’è un aspetto però nella scuola al giorno d’oggi che trovo estremamente negativo. Apparentemente è una scuola iperfacilitata, molto protettiva, però è anche la scuola della sorveglianza totale, col registro elettronico dove tutto compare praticamente in tempo reale e dove i margini di libertà e anche di trasgressione sono molto limitati. Inoltre, per i ragazzi ambiziosi, c’è un forte elemento di stress, che è rappresentato dall’accumulo dei crediti. In pratica chi vuole avere il massimo voto all’esame di Stato deve avere il massimo dei punti di credito fin dalla classe terza: se in terza sei stato un po’ uno scavezzacollo o avevi solo la media dell’otto e non del nove, non avrai l’ambito 100 alla maturità. In pratica fin dai 16 anni il ragazzo deve essere perfetto e irreprensibile sia nel profitto che nella condotta. Ho conosciuto diverse ragazze e ragazzi che dopo tre anni passati a inseguire la perfezione hanno avuto un crollo psicologico…

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  2. Non sono mai stato un buon studente, ho fatto un buon esame di maturità ma è stato un ravvedimento degli ultimi due anni. Poi ho fatto il 68, il militare da sposato, ho vissuto. Della maturità, scusami se continuo a chiamarla impropriamente, ho vissuto le emozioni oltre l’impegno totale, tutti gli scritti, tutti gli orali. Una parte della vita che ricordo ancora. Ora il mondo è cambiato, per me era importante conoscere, capire, apprendere, vivere. Ora vedo il figlio di mia nipote che è impegnato negli esami e non capisco cosa e come viva questa parte della vita. Penso alle attese che non ci sono e al fatto che ben poco del mondo in cui vivranno li interessa.

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