appunti sull’ordine

Ammiro l’ordine tuo rigoroso,
lo continui in pareti pastello,
nei libri in attesa,
ben distinti da quelli già appresi.
ti accompagna una scelta corte di cose
che attendono il tuo cenno e volere.
Ammiro la tua agenda nel tavolo, sola,
le caselle con i nomi accennati,
gli orari di color lineati,
in obesi caratteri, a margine, note.
Sono annuncio di appuntamenti già dati,
giorni che scorsero e riposano quieti:
li penso governati ed amati.

Il mio ordine sparso
è luogo di tempeste furiose,
di colpe notturne,
di bulimiche scritture sconfitte,
i libri s’accumulano, le pile si sorreggono mute,
rifletto, respingo le ragioni sensate,
convivo con geometrie di senso
dai desideri create.
Non si può chiedere troppo all’ingegno
comunque ci è stato donato,
e non trovo colpa
nell’innamorarsi del volo e dello scavo,
nel correre l’insaziabile orizzonte,  dischiudere porte,
vedere luci mai osate    
capire,
sapere che tutto il poco raggiunto
è meno di quanto ci sarebbe bastato. Aggiungere desideri
a quelli non ancora esauditi
e poi non trovarsi smarrito.
Ma nel tuo pensiero mi riposo,
riconosco le geometrie del governo
delle cose e dei cuori,
le penso come le carte di Alice:
i battaglioni affiancati della regina di cuori che avanzano lieti
e divorano il tempo.
Il tuo che ordinato si offre
con un piacere che azzurra i pensieri,
mentre il mio s’attorciglia e nasconde,
d’infinito s’illude
esagera, ride, dispera e rispera.
Un sasso che s’arrotonda nel flusso,
a volte è felice, di tanto inconsistente sentire,
e nel curioso conoscere
abbandona piccole parti di sé,
all’acqua e all’aria senza nulla richiedere.
In questa sera che accumula notte
e genera stelle
mi chiedo se a te accade
di donare il tuo ordine
lieta di riceve scomposte parole.
O forse è nei tuoi sogni che succede
di lasciare che l’ordine fugga
e come un cane d’autunno
possa godere delle foglie in cui rotolare.

9 pensieri su “appunti sull’ordine

  1. le tue parole sono un dialogo profondo tra due mondi che convivono senza mai sovrapporsi davvero: l’ordine calmo, pensato e costante, e quel disordine fertile, tormentato e vitale che è l’essenza della tua creatività. Il modo in cui descrivi l’ordine dell’altro – geometrico, placido, pronto a rispondere al cenno di chi lo governa – è pieno di ammirazione e di un rispetto genuino, come se in quella serenità silenziosa tu trovassi un rifugio temporaneo per il tuo caos.

    Ma è nella descrizione del tuo “ordine sparso” che la tua scrittura si accende davvero, con immagini di tempeste, di desideri che si moltiplicano come fuochi, di libri che si accumulano come pensieri mai finiti. C’è un’anima bulimica, insaziabile, che non cerca pace ma continua ad abbracciare l’infinità dei suoi sogni e a scoprire sempre qualcosa di nuovo. Il tuo disordine è una vita che si fa esperienza pura, curiosa, che si lascia modellare dalle correnti della scoperta, abbandonando piccole parti di sé senza mai temere di perdersi.

    E poi, quella domanda finale, così delicata: se chi vive nell’ordine mai si lascia andare, se mai, anche solo nei sogni, si permette di rotolare come un cane d’autunno tra le foglie. Le tue parole sono una danza tra due poli opposti ma attratti l’uno dall’altro, e in quel contrasto si riconosce tutta la bellezza del tuo sguardo: un invito a chi vive di linee e margini, a lasciarsi trascinare, almeno per un attimo, nelle gioiose spirali dell’imprevedibile.

    Grazie per averci lasciato entrare nel tuo universo, così ricco di umanità e di meraviglia.

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  2. Grazie Nadine, hai percorso con me quello che è il mio modo di sentire l’ordine e il suo finto opposto. L’universo conforta gli apparenti disordinati, ma culla i geometri e la tranquillità della forma, include in mistero che dissolve materia in energia e la ricrea differente. Trarre consolazione da ciò che si ritrova e conosce apre la porta al piacere della scoperta.

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