



La linea dei monti si è fatta azzurra e il cielo si è coperto. La girandola sul balcone è ferma, c’è calma di vento. È san Lorenzo, le pleiadi faranno fatica a mandare messaggi, così i desideri s’accucciano nel fresco della sera. È l’ora dei marinari, del silenzio che scende con le voci che sbagliano il tono. I ricordi si presentano e dicono di altre età, come eravamo, cos’è rimasto e il molto lasciato da parte. Puntuali le Pleiadi tornano a stupire, come ogni cosa che mai si ripete ma torna ed evoca. Il tempo corre su specchi deformati, se con attenzione si decifra una immagine essa è già connessa ad altro e diviene un preciso oscuro generatore di emozioni.
L’orologio scandisce il suo tempo, una continuità che rassicura e sovrappone contenuti. È il contributo di ciascuno al tempo, non a quello biologico. Mi interessa molto più la meccanica che muove gli orologi che non ciò che segnano.
Un po’ di fumo da una vecchia pipa che m’ha seguito fedele mentre il mondo mutava. Si parla a se stessi, si enumera ciò che va per suo conto e la direzione, come per il fumo, è quella del vento che ora ristagna, pensoso.
Una voce poco fa, dalla radio, ha evocato la Barbagia, così sono tornate alla mente le notti in cui il cielo risucchiava ogni luce verso l’infinito e splendeva di galassie, stelle, pianeti, come osservasse la meraviglia di chi lo guardava. Attorno i rumori degli animali e delle cose che aggiustavano se stessi al freddo, dentro il buio denso che toglieva ogni orientamento.
L’esperienza del buio è l’immersione nel sé senza più logica e ragione ed è un cammino immobile trovare la quiete che rassicura mentre tutto attorno e dentro si amplifica.
Cacciare la paura per non dipendere da essa.
Nei notiziari si genera timore, si alterano le carte, non si dice ciò che non c’è nel porto di questa realtà manipolata, ma si mostra in filigrana l’insensatezza di chi non pensa che tutto abbia una conseguenza. Così si occulta l’evidenza delle precarietà, con la paura che rende inani e incapaci di modificare le cose. Cosa indispensabile a chi ha il potere.
Senza il tempo siamo immortali, per questo alle scie nel cielo affidiamo la determinazione di tornare. Si torna sempre da qualche parte. Il passato è già stato, ha donato e ha rimescolato i tarocchi.
Emergono i luoghi, le emozioni, le persone che riconnetto o i fili in me e questa vecchia pipa significa qualcosa solo per chi l’ha vissuta. Nell’andare c’era tutto, la malinconia e l’ansia di vedere e provare, la misura e l’eccesso, ciò che rassicura a era il tornare. Una emozione antica dove l’allegria era avere un pavimento per camminare e il cielo come tetto per i sogni.
Sta a noi governare il tempo e lo scoprir se stessi, mutando e accumulando la ricchezza del vivere e della meraviglia di veder oltre: che i vostri desideri siano esauditi.
Questo tempo mi invita ad inventare storie per le nipotine. Mi diverto a farlo e a osservare le loro reazioni.Quand’ero bambina in agosto trascorrevo ore a schiacciare gusci di pinoli con le pietre che trovavo su un terreno scosceso ,terra rossa e mani scure . Una grande pineta nota ai bambini e dai ragazzini del quartiere S. Marco. E com’erano buoni quei pinoli ! Contemporaneamente vivo un altro tempo in cui relazionarsi e confrontarsi per agire non basta, esiste un tempo indipendente dalla nostra buona volontà, né si può interagire …Importanti e belle le tue riflessioni, frutto di un viaggio profondo dentro se stessi. Ricambio con tutto il cuore l’augurio , buonissima serata Willy ✨
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