Quando il covid infuriava, teneva le persone in casa, riempiva i telegiornali ci si ripeteva in una l’indeterminatezza felice che finita la pandemia, nulla sarebbe stato come prima. E si intendevano i rapporti sociali, l’affannarsi per fare mille cose, la competitività esasperata, tutto questo è molto d’altro, sarebbe mutato in un mondo in cui gli affetti avessero più importanza, certamente più attento alle persone, alla cura, ai servizi comuni, alla salute. Il regno dell’inutile dannoso e del vano brancolare nel buio di una corsa senza meta, sarebbe mutato in un guardarsi attorno e nell’ assaporare le cose che pazientemente ci rassicurano e attendono di essere apprezzate. Tutto poi è mutato come sappiamo, in una ricerca spasmodica di recuperare vacanze, produttività, tempo che libero non è.
Si è dissipata la paura (ed è un peccato perché siamo stati male per niente) che ci aveva indicato il nostro malessere in un parlar d’altro, in un essere come ci vogliono, scevri di dubbi, pronti a dire si, incapaci di una reazione che muti la condizione che in fondo, nessuno ha scelto. Come accade in uno stagno, l’improvviso rumore ammutolisce le rane, non capiscono, la memoria si cancella e riprendono a gracidare. Magari una serpe d’acqua ha mangiato una di loro, un luccio ha fatto il pranzo, ma finito il rumore sono rimasti cerchi d’acqua che s’allontanano verso le rive. Come non fosse accaduto nulla e così è bastato che le notizie scomparissero dai telegiornali, che la scienza tornasse nei laboratori e tutto è ripreso come prima, sostituito dal brusio delle guerre che basta si pensino lontane perché non esistano.
I politici che ora governano avevano detto cose importanti durante la pandemia, ma la campagna elettorale è venuta quando è sembrata tornare la normalità che è più precaria di prima, però è sempre normalità. Così non è cambiato nulla se non in peggio, meno sanità, meno attenzione al sociale, più povertà, una crisi alle porte, però chi poteva è andato in vacanza, è tornato a fare mille lavori, a competere, a essere insoddisfatto pensando che questa sia la normalità.
Siamo soli perché quello che ci viene raccontato non solo spesso non è vero ma perché non vogliamo vedere ciò che conta davvero, non sentiamo le altre persone come portatori di problemi uguali ai nostri, vuotiamo il mare con il nostro cucchiaio mentre esso ci minaccia. Sono tutti segni quelli che ci colpiscono per poco tempo, la nostra mente dovrebbe metterli assieme. Una alluvione non è una fatalità, una guerra non è una necessità, un servizio vitale che non funzione non è una normalità. Se non si cambia perdiamo pezzi, persone, umanità, ma soprattutto perdiamo speranza di avere tempo futuro, di durare. I figli che non nascono non sono un problema demografico, ma la disperazione di non essere all’ interno di una società che non lascia soli, che si prende cura, che rende liberi perché possiamo amare non amazzarci di lavoro e di solitudine. Doveva cambiare tutto e non è accaduto nulla o quasi, se non in politica, non nella vita vera e il 50% che va a votare si è stancato, della sinistra e ha dato la maggioranza della minoranza degli italiani alla destra. Anche questo è un segno quando la maggioranza di chi può votare si fa guidare da meno del 30% dei voti. E ora quelli che negavano la pandemia l’hanno cancellata insieme al cambiamento, basta non parlarne più e non è accaduto mai.
Non so se sia la stanchezza di un vagare senza meta che cancella i nuovi segni ci appaiono, oppure la fatica di decrittarli nella loro evidenza perché indicano una strada in cui assieme si può crescere e star meglio, ma costa fatica. Come sempre nella vita, sta a noi mettere insieme la grammatica di ciò che accade, scegliere se stare in pace, con un mondo diverso oppure sperare in una salvezza che qualcuno ci regali e non voler vedere che già ci viene preclusa perché chi ha il potere salverà i pochi che per lui contano. Non lo fanno tutti i giorni? Nello stagno spariscono gli indifesi, quelli che non si rendono conto che in molti possono mutare le cose che li riguardano e il racconto del mondo, così la biscia d’acqua e il luccio ingrassano, ma almeno, loro, non sono ingordi e lasciano le rane cantare.
Buongiorno Willy ,ciò che scrivi un excursus, dal tempo del covid ad oggi che condivido . Le tue riflessioni ,le considerazioni e le esportazioni discrete a non scegliere di sentirci soli quando la realtà e che viviamo tutti gli stessi problemi. C’è paura ,talvolta disperazione soprattutto per chi non riesce a costruirsi un futuro o e neppure ad dare alla propria famiglia il necessario. Forse c’è la stanchezza dell’andare senza meta e c’è anche la difficoltà di decodificare il caos che ci viene propinato .
Riporto un tuo passo :
“Come sempre nella vita, sta a noi mettere insieme la grammatica di ciò che accade, scegliere se stare in pace, con un mondo diverso oppure sperare in una salvezza che qualcuno ci regali e non voler vedere che già ci viene preclusa perché chi ha il potere salverà i pochi che per lui contano”
Forse manca la “forza”, di farlo perché i segnali che arrivano fanno sì che la fiducia venga meno. Parlo di forza perché sento questo essere ,in generale, piuttosto passivi .
La scelta attuale appare quella di vivere consumando finché sembra possibile …Ma già non si può, veramente neppure si deve vivere così .
Il guaio è che così facendo ci precludiamo la possibilità di salvarci.
Forse in pratica è utile ripetere cosa possiamo fare ,anziché restare chiusi dentro le nostre case …o girare il.fone settimana in auto solo per raggiungere centri commerciali ,mete festaiole e vacanziere .
Oltre che dare informazioni complete e corrette .
Cercarle e mettere insieme la grammatica di ciò che avviene appare difficoltoso , forse è più corretto dire faticoso .
La speranza non può venire meno ,vivere è la scelta da fare ,anche se non è sempre possibile per tutti,i riferisco a chi subisce la scelta della guerra.
Mi sono dilungata , grazie
Buona domenica
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Grazie Francesca per la tua riflessione che ne apre altre di importanti. Quello che per me è chiaro è che così non si ha un futuro come lo vorremmo e che bisogna che questa certezza assuma almeno il livello della discussione. Buona domenica a te 😉
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La pandemia ha lasciato corpi malati, morti, mancanze di affetti cari ma soprattutto ha lasciato cuori pavidi, solitudine, incapacità comunicative nei rapporti reali e cioè quando si esce dai social, passività, disperazione e pochissima speranza e fiducia nella possibilità di poter cambiare le cose.
Oggi tutti concentrati su se stessi e sui propri cellulari. Stop. Nient’altro. Il vuoto.
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Willy caro bisognerebbe convincere molti altri, che esiste la certezza di non potere continuare a vivere con l’attuale stile di vita . Arrivare alla convinzione che questa non è la vita migliore ! Aggiungo che ho difficoltà a dialogare in modo costruttivo anche con persone a me vicine .
Infatti non riesco a progettare un domani migliore perché non c’è disponibilità al cambiamento .
Del resto è necessario continuare a sviscerare, con una comunicazione chiara e semplice,( occorrono dati e ausili utili ) la realtà che viviamo per arrivare alla consapevolezza . L’informazione non è corretta , vi sono molti elementi a livello mediatico che confondono persone di ogni età , in particolare giovani e giovanissimi .
Cara Marina riassumi un quadro reale …
Grazie, buona notte 🤗
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Concordo su tutto ciò che dici Marina, dovremo però cambiare o
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Concordo su tutto ciò che dici Marina, dovremo però cambiare o il mondo ci cambierà. Mi piaceva la metafora somma dei mangiatori di loto, ma ora la comprensione di ciò che accade è edulcorata da sovrapposizioni di falsità. Non c’è serenità né contentezza mentre trionfano le felicità futili.
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Mi sono convinto che se ci conosciamo un po’ nel profondo, la strada è cercare di assomigliare a ciò che sentiamo essere giusto.. Non so in quanti siamo Francesca, ma so che le vite ci parlano e che il dialogo serve molto se esso è reciproco. Ciò che è necessario rifiutare è la narrazione, ovvero la realtà fasulla che sarebbe bella ma non è. Buona notte 🤗
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Come faccio a pensare e a sentire diversamente da me stessa … Seguo il mio cammino ,mi chiedo se è giusto, le risposte arrivano .
E il dialogo ha ragione di esistere se è reciproco, se manca accade che si rinunci.
Ottobre sta finendo,nella zona in cui vivo le temperature sono alte e non piove. Ciao
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Sapessi quanti Francesca, agiscono diversamente da sé e si convincono sia ciò che sono. È il principio della serenità dire ciò che si pensa e farlo. Ed è importante sia quello che si è per davvero. Qui piove e comincia a far freddo la sera.
Buona serata 🤗
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Certo che dobbiamo cambiare il mondo, ci mancherebbe.
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🤗💐Marina
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Willy dire quello che si pensa e farlo è autenticità e coerenza ,non sempre è serenità ,soprattutto quando si va controcorrente ,spesso si incontrano ostacoli . Quando si è convinti comunque non si rinuncia ad essere se stessi e ad agire di conseguenza .
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