
Libera i nostri occhi dal calzino bianco nella scarpa nera, dai sandali col fantasmino, dai calzoncini al ginocchio e dalle loro gambe bianchicce e magre.
Suggerisci agli spiriti estivi la libertà della noncuranza elegante che allieta l’anima e il suo trasparire.
Fa che i corpi siano liberi dove possono rifulgere e stiano bene negli abiti che li accompagnano tra gli altri, senza voler loro dimostrare nulla.
Lascia che i colori riposino nel pantone, che gli abiti lascino guardare i visi, che la bellezza trovi se stessa senza voler assomigliare a chi non è.
Difendici dai pois e dai quadri scozzesi messi nei posti sbagliati dai cervelli dei corpi indifesi.
Tieni a bada i forti colori nelle città che si sciolgono al calore delle nuove torride estati e portali in vacanza verso il mare.
Fa che i cappelli siano sbarazzini e sobri, che esaltino i visi, portando la loro luce a chi li guarda.
Fa che non incontriamo persone in costume da bagno nei sentieri di montagna come non incontreremmo bagnanti con scarponi in spiaggia.
Difendi l’estate dei nostri corpi dal cattivo gusto e toglici dal suscitar ridicolo in chi ci vede.
Fa che siamo uomini di scarso giudizio e di grande tolleranza, che gli occhi siano allegri come i pensieri, che il sorriso accompagni ogni sguardo, il silenzio ciò che non si condivide e l’ironia il dir di sé.
Il tempo muta gli uomini e ciò che essi fanno, il sole abbronza la pelle, scolora le cose, decompone la plastica, accartoccia la carta e ciò che essa contiene, rende inutile ciò che prima era importante alla vanità mentre esalta l’ombra e il vento fresco di una finestra che parla con un’altra in tramontana. Rendici consapevoli che ciò che cambia il mondo in peggio deve suscitare ripulsa e non supina accettazione.
Fa che lasciamo tracce leggere con le nostre parole, perché esse, come alito, se profumano di menta e di fresco, rendono più bella la vicinanza e dolce il comunicare.