Giornate tessute di pessimi caffè,
di scortesi disattenzioni
e singulti d’amore sciolti nel ricordo.
Non sogno più, hai detto,
e la bocca ha rivelato una pena.
Non sogno più è dire che il nulla è entrato,
che i passi sono trascinati in ciabatte,
e così anche il sorriso si liquefa,
diventa una piega che non parla con gli occhi,
come dirsi buongiorno senza un augurio,
così per abitudine, priva d’attenzione.
Eppure da qualche parte rimane la speranza,
anche se ora arranca smarrita.
Ti cerca, come negli anni migliori,
ma siamo tutti confusi,
prostrati da regole di cui abbiamo perso scelta e nozione:
c’era qualcosa che doveva far bene,
e ne saremmo stati felici,
il possibile e quando il caso voleva,
ma poi il caso è sparito, nell’indifferente attesa
e con esso le felicità,
chiuse in tempi sempre troppo brevi.
Per questo se la notte non dormi
i sogni non proseguono nel giorno
e davanti ad un distributore di pessimi caffè ti chiedi:
ma che vita è?
Letta più volte questa poesia radiografa un corpo interiore.
Nella sua verità, crudele e bellissima
Chapeau 😊
.marta
.marta .marta …
Grazie 😊
Una poesia molto bella scritta in un momento no. La vita è bella e lo sai anche tu. Ma un artista si adagia nella tristezza e nella sofferenza mettendo un fermo immagine e queste parole lo raccontano molto bene. Ciao Willyco.
Grazie Lady Nadia. Anche dalla tristezza si esce, magari con la forza del guardarsi attorno.
Buon giorno 😊