Piccoli schiocchi,
rumori di cose in cerca di sistemazione notturna,
amici d’abitudine:
il giorno ha avvolto la casa d’inopinato calore
ed ora stira le sue ossa di pietra.
Tra i muri vecchi,
s’è svegliata la lucertola nel suo nido di malta,
è la stagione dei contrasti,
il calore fluisce, ondeggia,
incarta la notte col giorno,
e poi posa nel vicolo,
tra case e finestre ormai scure,
Così tornando nell’ora tarda
m’ha accolto un abbraccio,
un tepido sapore di casa e di sonno.
Lo assaporavo, ricordo,
finché un fruscio di fogli scivolati
s’è disteso in più stabili equilibri,
e l’ultima lettura è entrata nel sonno.
Hai inventato la macchina del tempo e mi hai portato indietro, bello, molto bello. No, nessuna nostalgia amico, io vivo nel futuro, ma avevo 17/ 18 anni e rincasando attraversavo strade ormai vuote e andavo a letto solo per leggere: dormire era secondario e non c’era internet. Bello, davvero bello.
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Ne sono contento gialloesse, io torno ancora tardi e se posso, internet lo lascio perdere 🙂
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