Come usa la sera di novembre,
è fioca quest’aria di primo freddo,
che non sa dove andare e s’appiccica alle case.
Chiude balconi e persiane, accende le piccole luci nei bar,
esce, s’aggrappa ai passi frettolosi,
spegne le labbra che non han baci,
spalma il freddo sui cappottini rossi da stringere forte,
è sera fredda e lo sa bene,
al più concede sorrisi da scambiare correndo.
Lontano suona un telefono,
con l’antico tintinnio che evoca oggetti d’altra età:
le cose non sono ciò che sembrano,
tutto scorre attorno e anche la luce scivola sui muri
fioca di piccole paure, circonda gli uomini la sera.
Che noia il vivere senza certezza d’amore,
che vuoti scava la parola
quando incerta vibra nell’aria,
e lascia stupiti il silenzio: forse quella parola non s’è mai detta?
C’è sembrato, magari era un pensiero più forte,
un’urgenza, un piccolo richiamo d’attenzione,
di novembre, le voci interiori prendono scuri toni di basso,
sciolgono capelli intrecciati e attendono la notte,
e mentre il primo freddo si fa strada, fioca è la sera,
ma nei rumori frettolosi non c’è udito per sentire.
c’è tanta malinconia……ma il mese in se stesso….e le feste già vicine influiscono…..
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Domani il sole brillerà di nuovo
e sul cammino che percorrerò
ci riunirà di nuovo,felici,
in questa terra che respira il sole…
E scenderemo silenziosi e lenti
verso la spiaggia larga e le onde azzurre,
ci guarderemo.muti,negli occhi
muto silenzio di felicità…. (Morgen-R.Strauss)
Anche qui la serata è molto fredda e col rumore quello che vale sfugge o non si sente.
Mirka
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