città metropolitana

Case piantate ovunque, giavellotti scagliati da giganti senza cervello. Solo la forza del denaro che piega il potere e il bene possibile, traccia strade da riempire d’auto, chiude vicoli e porte e giardini.

La città s’espande per sbadigli di noia, così non s’aiuta un umore di fiducia comune: come cresceremo noi e i nostri figli?

Platani maestosi, piantati da chi viveva dentro i bastioni, si chinano verso auto indifferenti a tutto: i guidatori trattano con equità tramonti e semafori e tra poco faranno poltiglia di spoglie d’albero. Alla prima tramontana di settembre, foglie e piccoli rami si staccheranno sibilando verso cofani appena lavati. Ad indifferenza si risponde con distacco e nei cumuli che ostruiscono le grate dei tombini ci sarà solo l’attesa di vendette beffarde d’acqua autunnale. Fate, fate poi si vedrà.