epifanie urbane

Vorrei fotografare il profumo che esce dal fornaio e il rumore croccante del pane caldo che si spezza, il sole della piazzetta, le persone sedute che parlano senza fretta, l’ondeggiare morbido e sensuale della ragazza che cammina sorridendo, le pietre rosse delle case attorno, la musica del quartetto klezmer che staziona in attesa di offerte, i passeri curiosi che si portano via le briciole dai tavolini, le parole importanti e inutili nell’aria, il cielo pieno di azzurro e nuvole candide, un rossore per un pensiero colto su un viso, il brusio delle cose pensate e non dette, la sofferenza di un rapporto che deperisce e muore, un gioco di bimbo tra le sedie, la bici che passa, un volto interessante che fuma assorto, la bellezza della giovinezza e la sua difficoltà, le ore che trascorrono per loro conto, l’utilità dell’inutile, la luce che filtra tra i rami, il pensiero d’essere vivi.

Vorrei fotografare tutto questo assieme, e magari un giorno ci riuscirò.