La pioggia è iniziata confondendosi col mare. La riva si bagna indifferente dell’una e dell’altra acqua. La sabbia reagisce, si raggomitola in piccoli cerchi per racchiudere l’intrusa. E’ strana la pioggia d’estate al mare: i cerchi sulle onde, il nuvolone nero che è arrivato dal posto sbagliato (ma non era tramontana? non s’indovina mai col vento), gli sguardi che si alzano sorpresi. Nulla sembra durare a lungo, eppure è tutto un rimettere reggiseni e magliette, raccogliere cose, giochi, bambini. Le sdraio e i lettini luccicano d’acqua sulle loro plastiche forate, intanto si stipano asciugamani e imprecazioni per la giornata perduta, per i bimbi riottosi, per la sera ancora lontana. Le grandi borse colorate inghiottono tutto e piccole file si muovono verso i parcheggi con asciugamani sul capo.
Solo anziani lettori, si spostano di poco sotto l’ombrellone e continuano a leggere. Di tanto in tanto sollevano gli occhi e guardano curiosi la sabbia che si fa bruna, mentre il sole già sfrangia di luce la nuvola.
