Mettere a posto un particolare,
una cosa minuta che nessuno noterebbe. Prendere qualcosa da uno scaffale,
seguendo un pensiero,
soffermarsi guardando l’aria.
Accanirsi nel riparare un oggetto,
che non vale nulla, eppure è una sfida.
Cose che raccolgono,
preghiere laiche
per dare tregua all’amarezza,
si celano nella mania di pensare.
Qual era il fiume che ci avrebbe fatto grandi,
quello che avrebbe colmato il desiderio
e sanata la crepa dell’assenza?
Era la felicità immaginata e condivisa,
la gioia del sollevare le foglie d’autunno
e ridere, si ridere di tutto e di nulla.
Trovata e subito perduta,
attesa al risveglio,
costruita con il lento caffè
e la sua prima quiete,
portata nella fatica ilare del giorno,
nella porta che s’apre e non pensa alla sera.
Della somma felice,
d’ogni vissuto restano succedanei,
e la quiete del rompicapo
che si ritrova nel solo ordine nostro,
una tranquillità
e un deporre le armi.
Quisquilie e coriandoli d’anima,
e a fatica si scrive il futuro.
Bellissimo come finisce…
"Mi piace"Piace a 2 people
La presenza di beni succedanei crea un ambiente di mercato competitivo. 😁 Le “aziende”, nel posizionare i propri “prodotti”, devono considerare la concorrenza dei beni sostitutivi, focalizzandosi su differenziazione, qualità e valore percepito per attrarre e mantenere i “clienti”. 😁 😁😁 Grazie a Dio non sono più sul mercato, se non come conoscente e, se dovesse mai occorrere, come amica sposata da 51 anni. Ma quanto è bella questa poesia e quanto siamo soli nonostante. Fiori che crescono fragilmente nel deserto. 🤗😘
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie Nadine, ricorrerei volentieri al consiglio di un’amica. Ascoltare con attenzione è accogliere. Nessuno sta meglio fuggendo da sé. 🤗
"Mi piace"Piace a 2 people
Concordo
"Mi piace""Mi piace"
Mi riconosco in diversi passaggi… sì molto bella 😘
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Mimì 🤗
"Mi piace""Mi piace"