Eri un campo di battaglia.
Ed era vero.
In un certo senso la battaglia infuria ancora.
Non credo cesserà.
Probabilmente non si vuole che finisca.
Credo sia questa la vera scelta al nascere
tra il lottare o il subire
e poi si cerca una via di soluzione
per essere chi siamo.
Nessuno te lo spiega,
genitori, amici, o insegnanti,
tanto meno i preti di qualsiasi specie o credo,
o gli psicologi da rotocalco.
Neppure i filosofi lo spiegano,
che non c’è solo la battaglia
che l’avversario dev’essere poi scelto
e a farlo siamo noi oppure gli altri.
E se scegliamo di combattere
per cambiare, lo facciamo
e quando emerge qualche verità,
vorremmo essere dalla sua stessa parte.
E poi anche far la pace
con il mondo e con noi,
perché nella pace c’è la quiete,
e la quiete ci riguarda assai.
Il fantomatico centro di gravità permanente, il raggiungimento del punto di osservazione migliore e distaccato della nostra vita
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Guardare da distante è sentirsi vicino. Un percorso per approssimazioni. Buon giorno Daniela 😊
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Vero
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Buongiorno a te 🙂
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