crinali e orli

6 pensieri su “crinali e orli

  1. Non era forza, non era coraggio, era smarrimento. Mancanza di direzione. Un modo per rimanere impegnato senza necessariamente essere presente. Ma guarda come sei cambiato: ti avvicini alla linea con rispetto, come si fa con qualcosa che si è finalmente imparato ad ascoltare. Cerchi l’ultima tazzina non per resistere ancora, ma per riconoscerti, per rientrare dentro un confine che non è una prigione ma un rifugio consapevole. Hai capito che l’autogoverno non è negarsi, ma discernere. E adesso, quando scegli quell’ultimo caffè del giorno, lo fai con gusto, non per spingerti oltre, ma per restare dentro. Dentro il gusto, dentro te. E questo, forse, è già molto più di quanto credevi possibile.

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  2. La linea, il limite mi parla. A suo modo, ma con gentilezza. Consumato il tempo del calpestare viene quello del percorrere. Ascoltare è un buon rapporto con il tempo. Quando c’era la vertigine del provare, il conoscere era una sosta che dissetava, ora è cibo che viene attraverso l’ascolto interiore ed esteriore. E in questi luoghi che possono portare verso solitudini, ho trovato profondità inattese, scabre di verità e tali da porre domande nuove. L’ultimo caffè anticipa la sua ora, le notti sono colme di sogni che chiudono porte lasciate socchiuse nel tempo, ma non è più caffeina è gusto che assaporo, un piacere che calma. Grazie Nadine. 🤗

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