







La mente gioca per suo conto, è un grande pescatore di coincidenze. A volte una frase, una parola, risplendono : sono il tassello che s’incastra nel nostro puzzle di pensieri. Parole semplici, apparentemente prive di forza, banali come l’arancio slavato di questa luce che si fa strada tra nuvole di pioggia. Si sente che quel colore è l’astrazione dell’arancio e in esso realtà e idea di colore coincidono. La parola è ora sapida di significato ed è l’arancio di un dolce a fette, del suo sapore ricordato, è una casa sul canale, un fiore che rifulge disseccato.
La sensazione è che questo accada quando c’è una sospensione del tempo, che genera un equilibrio con una dinamica interna che non ha bisogno di moto, ma connette e comprende a fondo che tra il fuori e il dentro c’è un legame di significato.
Annullare le notizie ed entrare in una realtà che permane, dove il noi coincide. Uscire e sentire il sapore della pioggia calda d’autunno, fermarsi per dare un nome alle cose e assaporarne il sapore, come fosse un’onomatopea che non ha bisogno di rifare un verso. A volte le parole proseguono, nominano le cose come fossero nuove, acquistano ritmo, e suonano di vibrazione esterna. Diventano definitive. In quei momenti le parole scandiscono blocchi di emozione, di significato, che sono una scoperta per noi. Ci pare diventino importanti anche per gli altri e il bisogno di dirle è urgente, ma qualcuno che possa capire.
C’è un entusiasmo della parola, ma non so cosa sia davvero la poesia se non la realtà svelata nell’essenza. I poeti veri, quelli in cui si trovano i pezzi di noi, del nostro mondo interiore, ci fanno sentire disvelati, nudi e parte di un tutto improvvisamente chiaro.
La poesia di cui parlo è personale, accessibile e diffusa, e ci permette di leggere una realtà come libro comune a tutti. La si porta appresso, negli occhi e nelle connessioni neuronali. Sembra corrispondere a qualcosa di più alto e comune, tanto che la posseggono tutti i meno disattenti. Senza dirlo regala piccole felicità e introspezioni verso le cose, che sono un noi lanciato verso ciò che ci circonda.
Non ho opinioni precise di questo sentire, so che ad esso i poeti fanno compagnia, che legano indissolubilmente nel poco il molto e mostrano verità comuni, non importa se allegre o tristi. So che così rispondono affermativamente alle nostre domande. Forse ai poeti, ciò che a noi accade di rado, ovvero sentire che il pensiero e le parole sono un tutt’uno di significato, accade più spesso ed è con semplicità che fanno calare il sole mentre la sera ha lunghe dita intrise d’arancio e blu per toccare le cose, e noi vediamo questo colore nei palazzi, sulle pietre, nella pioggia che dirada, improvvisamente identico al nostro pensiero di sera e di colore.
E questo ci regala un attimo di comunione e d’improvvisa felicità.
Che dirti? Non è detto che tu ti senta un poeta, non lo so, ti conosco poco. Ma le cose, le sensazioni e i colori che descrivi in questo modo mi suggeriscono un’unica affermazione: lo sei. Bellissima! Musica eccezionale. Buonanotte, Willy. ✨️🌷
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Grazie Frida di cuore, tutti abbiamo poesia in noi. I poeti la vedono sempre o quasi. 🤗
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Non sempre é facile vedere e sentire i colori… (adoro quel vaso nell’angolo 😊) grazie Willy, buon pomeriggio.
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Buon pomeriggio mimì, oggi piove senza ritegno, i colori del vaso riscaldano entrambi. 🤗
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wow!! 1singolare e plurale
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