“Il libro che gli serviva aveva cento capitoli, uno per anno – era la storia del ventunesimo secolo. … Un’occhiata all’indice poteva forse bastargli. Saremmo riusciti a dirottare la catastrofe del riscaldamento globale? La trama della storia prevedeva il verificarsi di un conflitto sino-americano? L’ondata di nazionalismi razzisti nel mondo avrebbe ceduto il passo a qualcosa di più generoso, di più costruttivo? Era possibile invertire l’andamento crescente del numero di specie in via di estinzione? La società aperta avrebbe trovato modi nuovi e più giusti per trionfare? L’intelligenza artificiale ci avrebbe resi saggi, folli o irrilevanti? Ce l’avremmo fatta a far passare il secolo senza scambio di testate nucleari? Per come la vedeva lui, anche solo uscire vivi dalla fine del ventunesimo secolo, dalla fine del libro, sarebbe stato un enorme successo.”
Ian Mc Ewan – Lezioni -Einaudi 2023
Fuori, il cielo dall’azzurro glaciale del primo mattino era diventato grigio, come rattrappito dal freddo, poi con il sole pieno, senza dar nell’occhio, s’era stirato in un nuovo azzurro. Un gatto al risveglio.
Guardava gli uccelli becchettare tra l’erba, indeciso su ciò che fosse utile adesso. L’ansia, che poi era irrequietezza e incapacità di afferrare una tranquilla visione del tempo, dell’importanza delle cose e del loro attendere nel compiersi, si era sciolta nella lettura delle ultime pagine del libro. Un finale positivo aiuta l’umore, si disse, riordina le cose e la loro importanza.
Vedere la propria dimensione e avere pensieri più grandi, metteva energia, scartava la visione delle difficoltà e induceva a tentare.
Siamo idee, immagini, desideri, che si portano davanti alla grandezza di un orizzonte che è già infinito anche se lo nasconde. Pensò a quando in montagna la cima sembrava lontanissima e invece non solo la si sarebbe raggiunta, ma il ritorno, ebbri di stanchezza sarebbe avvenuto nella luce calda del pomeriggio che entrava nella sera.
Così al limite dell’acqua, preso dall’orlo dell’onda e dal suo divagare, alzare lo sguardo era perdersi e insieme trovare una diversa dimensione raccolta. Il calore diventava brezza, profumo d’erbe alle spalle e odore di salso davanti. I gesti dei pescatori vicino alle barche erano la dimensione di un tempo che si ripeteva e l’osteria del paese era il luogo dove rompere i silenzi protratti nel lungo dialogare interiore.
Una dimensione al limite e l’estrarre dall’infinito quotidiano accadere, l’essenza di ciò che era importante a sé e agli altri, con quella scala dei valori che costringeva la mente a ricordare il dove e il dito a percorrere l’atlante. Poteva sbattere le ali una farfalla in Tasmania e nel bicchiere di vino, ancora a mezzo, vedere i suoi cerchi muoversi. Oppure era il tuono che rotolava giù dal cielo e costringeva a rapide ricerche di riparo, a crearli, ma qualunque cosa fosse, c’era una gerarchia d’importanza nelle vite dove il desiderato dialogava con la necessità e l’accadere era insieme caso e spinta di volontà. In tutto questo essere oggetto e parte c’erano grandi spazi di libertà da riempire d’affetto, d’amore, d’impegno e di quieto essere in pace con sé. Per il nuovo che veniva e dal passato che mutava, confondendo entrambi la mente e l’agire ben oltre l’accadere.
Siamo memoria nel presente, pensò, e intuizione di ciò che ci riguarderà: una tavola in cui inscrivere lettere e colori che rimandavano ad altro e pian piano trovavano quiete e posto.












Molto interessante questo lungo brano che hai pubblicato, ricco di immagini e di spunti di riflessione. Ian Mc Ewan è un autore che non conosco. E mi sembra una grave lacuna. Grazie d’averlo pubblicato Willy 🙏🤗
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Marcello. A me il libro è piaciuto, sono 550 pagine di vita, molto ben scritte.
"Mi piace""Mi piace"
Grande ammiratrice di McEwan da sempre, ho letto tutti i suoi libri
"Mi piace"Piace a 1 persona
Tanto tantissimo su cui riflettere , forse perdonarsi e perdonare , accettare che la vita si dipani un po’ nella casualità, un po’ nel pensare e nell’agire , che non combacia con l’ accadere ci rende umani , se la pace abita in noi .
Forse è la mediocrità della mitezza che ci permette di scrivere le nostre lettere e di mettere i colori che piano piano troveranno il loro posto .
L’arco di una vita ,la nostra si compirà , sarà .la mostra storia , la Storia del XX secolo ,densa di avvenimenti si è compiuta .
È già tanto, essere vivi ,è vero .
Le domande sul futuro restano aperte , il pensiero che è possibile riuscire a superare tutto ciò che si presenta all’orizzonte ,ci aiuta ad affrontare il nuovo giorno dall’alba al tramonto.
Grazie per il libro che hai presentato e per le tue umanissime riflessioni.
Ho apprezzato tutto .
Buona notte Willy
"Mi piace"Piace a 1 persona
buona notte Francesca, i giudizi si sciolgono nel sonno e lasciano parlare il profondo che completa il disegno del giorno
"Mi piace"Piace a 1 persona
Come sempre un testo pieno di riflessioni importanti sulla vita e su noi in essa. Grazie
"Mi piace""Mi piace"
Grazie a te Marina, la tua lettura fa bene 🤗
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mi scuso tanto per avere espresso in modo inadeguato una frase del mio commento . La mitezza d’animo è un valore solo auspicabile che racchiude tanta forza ,quella che ci permette di vedere l’orizzonte davanti a noi ,di per sé già infinito. Mi sono espressa in modo sbagliato , non intendevo proprio giudicare , la mitezza non è proprio mediocrità .Ho sbagliato Willy , mi dispiace . Grazie di cuore per il tuo bene ,la gentilezza .
"Mi piace""Mi piace"