La strada sono gli stop dell’auto che hai davanti e due righe quasi parallele. La strada è la velocità compatibile, i tuoi pensieri e chi ti sorpassa a destra e a sinistra. La strada è la radio che parla e si perde, che racconta e svanisce. La strada ha davanti colline marrone bruciato, crinite d’alberi che affondano le radici in arenarie piene di fossili e sale. La strada taglia le altezze, serpeggia tra salite e passi ma a volte s’infila in gallerie, allora ha paura del buio, la strada, e lo trasmette a chi non ha il volume troppo alto, a chi non parla, non pensa, non sorpassa sfiorandoti e suonando il clacson.
La strada si avvoltola su se stessa ad ogni uscita, dissemina fabbriche, alberghi, distributori, campi e rifiuti ai lati, la strada sa dove andare anche quando tu non lo sai.
La strada è un mezzo e un fine, per questo è sempre in riparazione anche dove non si vede nessuno e ci sono solo i limiti e le restrizioni di carreggiata. La strada è onesta, non ti chiede di correre, di bere troppi caffè, di stancarti troppo, ti assicura aderenza e ti mostra i tuoi limiti.
La strada è lì fuori che aspetta di perdersi dietro di te, è paziente nella notte, sa stare da sola, tollera il giusto, anzi la strada è giusta.
A lato della strada ci sono i colori, anche sopra e davanti, la sera mentre il cielo stende strati di colori caldi nel cielo, ti chiederebbe di fermarti, di guardare attorno, di respirare l’umido che viene dai lati, dai campi bruni, dalle distese d’alberi che corrono verso l’acqua. Ti chiederebbe di ascoltare gli uccelli che raggiungono i nidi, il freddo che entra piano nelle scarpe e risale il giaccone. La strada ti direbbe di attendere, guardarti attorno, ascoltare i pensieri e cercare una locanda per la notte in un paese dove non si va in vacanza.
E in una stanza d’altri tempi, con le lenzuola che odorano di cotone e di fumo di legna, mettersi a pensare che c’è tempo e la strada attende senza fretta. È così scivolare nel sonno, con gli occhi che vedono le rosse luci degli stop che si spengono e il grigio racchiuso tra due linee è solo un tappeto di stanchezze consumate.
Rivivo alcune delle tue riflessioni come ricordo. Ritrovo anche la mia strada . Nei clacson , nel buio delle gallerie , mentre la radio diffonde leggermente musica e voci . Nei colori tutt’intorno e nella leggerezza di chi non ha fretta. La sosta infine così personale , assai discreta direi intima , il camino con il focolare ancora acceso mentre, che bella compagnia , luce e calore insieme mentre si affonda dolcemente . Ho trascurato i tramonti ,alcuni ammaliano e attraggono, non sono mai uguali ,a volte alimentano alcuni pensieri . La strada ,il tuo viverla lentamente è bello . C’è un tempo per tutto …Buon giorno Roberto
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Buon giorno Francesca, c’è un tempo per tutto e c’è tempo per tutto, anche per il nuovo che attende. Grazie per il tuo pensiero, bello condividere le sensazioni. Buona giornata.
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La strada, il percorrerla in tutte le sue diramazioni e passaggi e ostruzioni, per è sempre stato motivo e felicità di vivere. Non immagino una vita senza di essa.
Belle come sempre le tue parole.
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Buon giorno Marina, grazie per le tue parole, la strada, l’andare è vita che osa se stessa e si cerca. 🤗
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