facciamo il punto

L’arresto di Marra, braccio destro della Raggi, a Roma, anche se per reati precedenti al suo impiego pubblico. L’avviso di garanzia a Sala a Milano, per vicende legate all’Expo e la sua conseguente auto sospensione. La magistratura fa il suo lavoro di indagine, ma se le due capitali del Paese sono sotto tiro significa che il corpo è malato.

Su questo si inserisce la situazione politica generale, con le sue fibrillazioni dopo il referendum, che pure avrà detto molte cose ma ha numeri incontrovertibili. Ora quei numeri vengono adoperati per altri fini: per conquistare il potere, oppure per regolare i conti all’interno del Pd, ma cosa c’è dentro a quel 40% dei si alla riforma? Renzi tende a credere che siano tutti voti che riguardano la sua persona e la sua politica, anche i suoi sostenitori nel pd, sia pure con qualche dubbio per i più avvertiti tendono a certificarlo. Sulla scorta di questa convinzione è stato messo un fedele come Gentiloni alla presidenza di quel governo che dovrebbe accompagnare al voto. Nel frattempo Renzi farebbe il congresso a marzo. Già si capisce che difficilmente si potrà votare ad aprile, anche perché ci sono appuntamenti internazionali non dappoco, G7 ad esempio, una grande occasione per un già ministro degli Esteri per stringere rapporti con il nuovo presidente USA e rimettere in ordine le cose con Putin. Quindi se non ci sarà una vera urgenza istituzionale la maggioranza continuerà a governare fino a giugno e l’estate. I piccoli partiti non hanno interesse ad andare al voto senza un chiarimento a destra e tutti vogliono arginare il m5s da una vincita probabile. Lo snodo sarà la legge elettorale che quanto più rappresenterà il Paese tanto più sarà proporzionale, con una soglia di sbarramento che di fatto è già un premio di maggioranza. In uno schema tripolare solo i governi di coalizione hanno questa possibilità di essere vicini alla maggioranza dei votanti, il resto è scippo del consenso democratico. Renzi ha due problemi, il primo è nel pd dove quel 40% non è vero, perché contiene moltissimi voti dei suoi elettori ma anche molti voti di non elettori. Allora congresso, con quali regole? Le precedenti con primarie aperte? Se è così la possibilità di una replica del risultato precedente c’è ma con una situazione ben più radicale tra le visioni politiche del partito. Renzi può costruire il suo partito, fare le liste per le politiche, ma non sarebbe più il pd ed è più difficile capire che farebbero gli elettori davanti a un partito vero, che è di sinistra e non residuale. Se lo schema diventa quadripolare va in sofferenza non la destra ma chi pesca a destra. Il fatto poi che i problemi del paese si intreccino con i problemi interni del pd non rafforza Renzi anzi lo fa sentire ancora una volta un solutore parziale e neppure nuovo per la scelta politica. Quindi vedo mesi complicati, tempi medi e un dibattito che si allontana dai problemi veri di chi è in sofferenza nel Paese e vota. La politica non consente mai soluzioni univoche e semplici, a questo serve la capacità di mediazione e la dimostrazione di saper capire e fare dove è più acuto il problema. La strada plebiscitaria prescelta non solo non ha risolto ma ha acuito i problemi di divisione e se le cose peggiorano un capro espiatorio vero dovrà essere trovato. Faccio un esempio, se MPS fallisce e 4 milioni di correntisti vengono chiamati a pagare il conto, secondo voi se la prenderanno con il referendum o con chi si balocca il problema da tre anni senza averlo risolto? Sarebbe la prima grande banca a sperimentare il bail in, ma che accadrà delle altre medie banche, e unicredit che sta vendendo i gioielli di famiglia e lancia un aumento di capitale di 13 miliardi? Non credo che il sistema italiano del credito uscirebbe indenne e con esso la fiducia dei cittadini sullo stato e su chi dovrebbe proteggere i risparmi senza un governo che provveda a ciò a cui non si è provvisto. Ma questo è solo un esempio e non oso pensare quanto pazienteranno dentro una campagna elettorale perenne i cittadini. Per fortuna abbiamo una costituzione forte ma non basterà a lungo, c’è la necessità che la politica di occupi dei problemi e non dei voti.

6 pensieri su “facciamo il punto

  1. Cosa fatta capo ha. Frase che si presta a molte interpretazioni ma che io penso stabilisca la consequenzialità degli atti. Da tempo il Paese non galleggia ma sbanda in cerca di soluzioni, per questo vorrei ci fossero meno destini personali e più interesse ai destini collettivi.

  2. Ma sì, facciamo il punto ! 😦
    E tanti ancora, ne sta facendo, l’ effimera Raggi ! 😥
    Si osservi la differenza :
    a Milano – che pur essendo piccola rispetto a Roma ( non lo dico io “da ingegnere Romano”, o il divino Cicerone … ), ma che, da un punto di vista strategico ( è infatti una città governata da Sindaco PD all’ interno di una regione guidata dalla Lega ladrona ), è assai più importante – il Sindaco del PD, non appena indagato dalla Magistratura inquirente per il reato di falso ideologico, si è prontamente dimesso, anche se si ritiene innocente : lui ha detto che vuol esser libero per difendersi meglio, ma, nel frattempo non vuol causare danni ai cittadini ;
    a Roma, la Raggi non appena indagata, e pur rea confessa di aver puntato, fra i suoi collaboratori, sul caporione dell’ edilizia pirata in mano alla mafia e alla camorra, si è guardata bene dal dimettersi, ma anzi ha continuato a stare aggrappata allo scranno di sindaca del M5S, provocando danni irreversibili all’ erario capitolino, ai cittadini romani e al buon nome di Roma !
    E l’ orrido peppegrillo che fà ???
    Se la squaglia all’ inglese protetto da guardaspalla lacchè, e si nega ignominiosamente, insieme al giovane casaleggio, ai giornalisti che vorrebbero almeno sapere da lui, la situazione su cui sta indagando la Magistratura in ordine ai brogli elettorali da lui ispirati in Sicilia, a Bologna e forse anche a Roma !
    Ecco, questa è la sintesi delle malefatte peppe-grilliane a Roma …. e chissà quando finiranno !
    👿
    Questa, ahimè, è la nefasta situazione nella mia splendida Roma ! 😐

  3. Fino a ieri ero a Roma, che ho trovato sporca più del solito, magari non in centro ma appena si esce dalle strade canoniche emerge la maleducazione e il degrado. Il m5s deve dimostrare di saper governare d di essere qualcosa di diverso non solo a parole. La sindaca Raggi non è indagata mentre Sala lo è d non si è dimesso ma sospeso dalle funzioni. Questa storia della sospensione è un po’ un’invenzione perché uno o è sindaco o non lo è e passare le deleghe al vicesindaco non muta la responsabilità di rappresentanza. Comunque sia a Roma che a Milano ci sono problemi inerenti al governo delle città. Potrei dire che dopo la sentenza di Arezzo su banca Etruria ci sono problemi anche in banca d’Italia. Ne usciremo Bruno ma la situazione non è davvero semplice né allegra.

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