la distrazione

La distrazione è naturale.
Mi sono lavato le mani. Con cura e soddisfazione. Ho sciacquato con l’acqua pulita lo sporco che era sfuggito sul lavandino. Fuori c’è una giornata di sole. Turisti e persone con la valigia. Forse partono o arrivano. Anche qui fuori ho visto che c’è un signore con la valigia, attende il suo turno al bagno. Penso.

Perché ci sia un furto serve l’incontro tra un ladro e qualcosa da rubare. Serve anche un attimo di disattenzione oppure molta costante fiducia del derubando.
Il ladro non ha nazionalità o etnia, anzi i migliori sono quelli che conoscono cultura e abitudini del luogo in cui esercitano l’attività.
Il ladro può rubare per bisogno (è il caso migliore) oppure per altri svariati motivi, tralasciamo la patologia che non ci interessa e che pur avendo gli stessi effetti porta ad essere comprensivi. Una caratteristica del ladro è che non deve avere sentimenti nei confronti della vittima, non deve chiedersi se ciò che ruba ha un valore sentimentale, se procurerà un danno psicologico, oltre che patrimoniale. Non si chiede se ciò che ruba potrà essere rimpiazzato, non si fa domande che non lo riguardino. Quindi è una persona che sospende una relazione con i potenziali derubati, non dovrà avere rimorsi, replicherà le sue azioni di furto.
Sull’altro versante, il derubato, non si capacita del perché gli sia accaduto, pensa di essere un allocco perché ha perso qualcosa di importante oltre al valore economico:la fiducia immediata su chi gli è per caso vicino.
Il furto è un atto sociale e relazionale, incrina rapporti e rompe un patto di fiducia. Quello che non si considera adeguatamente è che esso testimonia molte carenze di cultura comune, differenzia e segmenta le persone. Ma tutto questo non è percezione diffusa, non è così importante, per essere tale deve passare attraverso la paura oppure il subire un furto. Un furto non si dimentica e questo non è ininfluente perché educa al negativo.

Fuori è una giornata di sole, una borsa con molto di ciò che è una piccola, costosa, passione, non c’è più. Non era abbandonata, è bastato un momento di distrazione.

Ora mi chiedo cosa significhi tutto questo, oltre al danno di ciò che è perduto, perché oltre a essere stato derubato non accetto di subire un cambiamento del mio modo di pormi, non voglio che mi si rubi l’umore, una passione, il sentire, un pezzo d’anima.
È una ingiustizia importante, devo capire me, non il ladro, capire come tutto questo sia compatibile con ciò che resta e resterà.

5 pensieri su “la distrazione

  1. Urca!
    Ricordo male io…o mi pare di aver letto un tuo post di un furto. Ti riferisci sempre allo stesso oppure ti han derubato nuovamente?
    Spero tanto di ricordare male…

    Ci si affeziona agli oggetti, al più piccolo, a volte anche il meno costoso. La rabbia e la delusione dell’essere fregati per una piccola distrazione…eh, si…una fiducia che si sgretola. Una serenità che viene meno…la fiducia nel prossimo sempre più debole…

    Ciao
    .marta

  2. Brutta esperienza, però sono tante le cause per cui qualcosa ci viene portato via, pensa alla crisi economica, pensa alla vecchiaia, pensa … Forse sarebbe utile, ma richiede un bell’impegno, cambiare la nostra percezione di “possesso”. “Ho avuto quella cosa, ne ho usufruito, l’ho goduta, ammirata, amata. Grazie per tutto ciò, però ora è il momento di voltare pagina, aprire una nuova porta. Rimarrà piacevolmente nei miei ricordi”. Non è diventando diffidente verso gli altri che risolverai il problema, ma cambiando il tuo atteggiamento verso gli oggetti, le situazioni. Facile? Sicuramente no, ma utile. Buona giornata.

  3. Anzitutto Benvenuta. Le ragioni di cui parli le tengo ben presenti,appartengo alla parte di società che si pone i problemi dell’impoverimento e della crisi. Cerco anche di capire se sia il possesso la cosa più importante peer le cose, oppure altro. Riguardo a quanto accaduto, non posso dire che ho goduto molto di quello che mi è stato rubato perché l’avevo comprato da pochi giorni. Penso verrà rivenduto a un valore che sarà un decimo di quello pagato e rimesso in circolazione attraverso internet o qualche negozio compiacente. Non so quando e se lo ricomprerò. Quello che invece non ha un apparente valore, ovvero molte immagini non salvate, qualche accessorio difficile da trovare, verranno semplicemente cancellati o buttati via. Questo mi offende perché considera che ciò che sono o provo non vale nulla. Io non sono un oggetto, ma il suo uso. Basterebbe anche solo prendere ciò che non possono ricettare e metterlo in una cassetta della posta. Non accadrà e la polizia non spulcerà internet o i ricettatori, ha altro da fare. Tempo fa per rubarmi una borsa senza valore che conteneva poco o nulla, mi è stato portato via un progetto in bozza, quel progetto non l’ho più riscritto e portato a termine, bastava lasciarlo in un angolo di strada. Sarà finito in un cassonetto. Faccio denuncia perché ci sia una traccia di un fatto non perché abbia speranze di ritrovare ciò che è stato portato via e questo mi fa pensare che il furto diventa legale se non si viene presi con le mani nel sacco. Che sia stato derubricato dai comportamenti sanzionabili. Va bene? Non credo.
    C’è la crisi, ma per rubare con destrezza si deve andare a “scuola”, diventare professionisti, e allora è questo genere di “lavoratori” che mi mettono dei dubbi sul mondo in cui vivo, che mi mettono in guardia su chi casualmente mi passa vicino. Questo hanno tentato di rubarmi, la fiducia nel prossimo, non è poca cosa e si fa fatica a non avere reazioni di difesa.
    Facciamo in modo che sia una bella giornata 🙂

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