L’aumento vertiginoso dei compro oro testimonia la miseria crescente e la grande quantità di contante che esiste ed è altrettanto presente. In altre mani naturalmente. Così piccole antiche fortune, momenti di tenerezza tangibile, affetti oggettivati, vanno sul bilancino e cambiano proprietario. La pubblicità di un orologio famoso, e caro, dice che non lo si possiede mai interamente, ma lo si trasmette, adesso non è più così per un italiano su quattro che affronta i problemi momentanei con quello che ha e aprendo la porta di un compro oro, ma non risolve la sua condizione che ha bisogno di ben altro intervento. Anche di consapevolezza. C’è una solitudine emblematica in chi entra in questi luoghi, invero squalliducci ed è quella di non essere assieme sui problemi veri. Ci si diverte assieme e si soffre da soli. Verità polverose, ma come mai emergono tutti questi soldi per comprare, e che fine farà tutto quell’oro, quegli oggetti, quelle pietre? Sembra non ci sia nulla di speciale, è tutto alla luce del sole, anzi pare serva una autorizzazione della Banca d’Italia, per fare questo lavoro. Sì, ma da dove viene tutto questo denaro?
Un paese sano è quello che conserva le proprie fortune, che costruisce su di sé e quindi tiene nelle case le testimonianze dei sentimenti e del benessere raggiunto con fatica. Un paese sano aiuta i propri cittadini a non scivolare nella miseria. Un paese sano segue la ricchezza e il denaro e chiede da dove proviene. Invece oggi più di ieri, sembra emergere una visione di potere del denaro e di equivalente debolezza di chi può contare solo su di sé. Si sono comprate anime, vite, adesso oggetti che verranno fusi, solo ciò che è più pregiato resisterà intero e verrà rivenduto come oggetto. Anche gli uomini? Miseria e ricchezza, impotenza e potere, possibile che non ci sia nulla da dire?
La tua è una visione civile,di un uomo civile, con domande civili,. Domande che ahimè resteranno senza risposta giacchè la moneta è strettamente fusa con l’imbarbarimento cinico di bagliori di speranze commerciali e mai di sentimenti umani e e d’umana civiltà conquistata sull’esercizio di consapevolezze che equilibrano il valore della ricchezza con l’avidità del falco.Di nostalgico magari solo l’ombra che insinua se nell’arraffare non si è stati sufficientemente svelti a scappare. Non per uno scrupolo tardivo,ma per timore che la “scalogna” (non fortuna) afferri la mano di chi nel passaggio, lievemente esitò. Viene comunque da chiedersi quale forma di forza potente si possa contrapporre all’impotenza di chi è caduto in disgrazia. Mirka
Io credo stia tutto nella solitudine, la solitudine in cui questo mondo pieno di tutto costringe i più fragili e deboli che vedono nel luccichìo vuoto una forma di aggregazione. E si lasciano sedurre dal tutto e subito, salvo poi ritrovarsi ancora più soli.
ciao Willyco, mi piace il tuo blog 🙂
Buon giorno e benvenuta Blue 🙂
Credo proprio tu abbia ragione, la solitudine rende tutti inermi. Anche nell’abbondanza. In fondo, il tutto e subito è la paura di non essere amati, di non avere futuro, ed è l’anticamera della miseria che rende ancora più soli.
Tutto e subito! Sempre stato il mio motto sino all’età dell’adesso. Sarà per questo la causa di tanti miei errori?…Forse si.Eppure non mi sono persa neppure un’attimo di quell’0emozione che tuttora fibrilla e spiazza ogni senso di consapevole precarietà. Se potessi tornare indietro rifarei il tutto e subito magari senza giocare sull’assolutoRelativo.
Saluti e baci,Mirka
L’ha ribloggato su Scelti per voie ha commentato:
Forse la risposta è semplicemente che non siamo un paese sano.