Almeno in parte, emigro. Una parte scrivente di me si specializza, credo che porterò le mie furie, e i pensieri che le accompagnano, altrove. Le persone che frequento, i blog che leggo, mi assomigliano e mi trovo bene, mi manca solo quella parte di politica che ha fatto la mia vita. In questi giorni, penso alla scuola, all’opposizione sindacale fatta a suo tempo a De Mauro, a Berlinguer nelle loro ragionevoli riforme, a Bonanni e Angeletti sempre pronti a trattare, al sonno del parco buoi che emerge in mogugno, ma non si concretizza in coscienza, alla Cgil che non capisce che l’unità sindacale è finita e basta, al Pd che si barcamena e non dice a sufficienza per paura dei propri democristiani, dei cattolici, dei posti da perdere e fa l’arrogante solo con quella sinistra divisa e disgraziata, incapace di un corteo unitario, ai cittadini che si rivolgono al capo dello Stato, e non all’opposizione, perchè ritengono che sia l’ultima speranza (delusa peraltro), alla politica di destra che affronta problemi veri, là dove quella di centro sinistra ha preferito sorvolare, e propone, naturalmente, soluzioni di destra. A quelli che si scandalizzano tra una tartina e un campari, all’incapacità dei riformisti di rispettare il nome che portano e non propongono riforme convincenti. A questo paese che non è peggio di altri, ma sta peggiorando, a Berlusconi a cui non si dice che è il peggiore capo di stato in occidente, a chi non vede che il berlusconismo altera definitivamente il modo di percepire i diritti. A chi giustifica la lega perchè è di popolo, a chi pensa che non ci sia speranza, a chi si culla nell’illusione di emigrare, a chi non trova lavoro e non si ribella, a chi si accontenta oltre la dignità, a chi si è rotto le palle di questi discorsi tanto non cambia nulla, a chi vede sempre le ragioni dell’altro che comanda e mai quelle di tutti, a chi è imbecille e non lo sa, a chi crede di salvarsi, a chi se ne frega tanto non va più a votare, a chi non capisce più qual’è il suo ruolo, a chi ha la ragion di stato, di partito, di convenienza. Come faccio a non dire che tutto questo e altro mi sta sul cazzo, che l’unica via è quella di cercare di modificare questo stato di cose, che i sentimenti sono parte della vita reale, non una via di fuga. Si può traslocare nel virtuale, trovare una Patagonia dove sia bello andare e al tempo stesso avere un posto dove tornare? Credo di sì, e credo anche che se si mettesse in moto una migrazione di massa chissà quali sarebbero gli effetti nel mondo reale. Basta pensare all’effetto Obama sul convincimento delle persone attraverso la rete, partendo da oggettive condizioni di difficoltà. Reale e virtuale si toccano, si scambiano i ruoli, influenzano scelte e condizionano vite, nella politica in Italia non è così. Non ancora e prima che questo terreno tendenzialmente libero, venga circondato di reticolati, è possibile lavorare sulla coscienza della forza del mezzo. Ai detrattori, ai minimizzatori dell’importanza di questo mondo, finora non è interessato intervenire, perchè gli effetti sono la babele, il pensiero che si elide, ma se le cose mutano allora i benpensanti denunceranno la canaglia e il bubbone. Questo blog non chiude, parlerà meno di tutto questo, annoierà da altre parti. E’ necessario comunicare quando si parla di sociale, di politica, di vita comune, ma se non ci sono commenti o critiche, si resta alla superficie. E questo non mi va.
mi sento chiamata dentro, adesso sto uscendo per prendere aria, che ci vuole, ma quando torno rispondo.
a me nemmeno va, ma detesto le ipocrisie e i benpensanti, i buonisti del cavolo e quelli che si vogliono tutti bene.
a dopo.
(questo è un paese dove un ragazzo di 28 anni che ha detto la verità deve emigrare per salvarsi la pelle, queste sono le cose serie!!)
rieccomi.
la parte politica della nostra vita è viva, è un periodo, come giustamente dici, in cui il berlusconismo ha alterato la percezione del lecito e dell’illecito, dei diritti e delle responsabilità.
parlarne fa bene, specie quando ci si ritrova nelle parole che si leggono, è in fondo un modo per sentirsi meno soli.
tuttavia temo che non basti parlarne, spesso ci parliamo addosso, cercando un consenso che comunque nel mondo quotidiano non abbiamo (parlo di consenso che si traduca in voti per esempio o in contegno civile).
e poi, credi davvero che oltre a sfasciare tutto e ricostruire si possa curare questo malato?
credi che questo disastro economico faccia davvero cambiare le banche per esempio? io penso di no, non lo penso affatto.
e non credo a nessun proclama, a nessun buon proposito.
in ogni caso parlarne fa bene e smettere di farlo per motivi che non mi sono molto chiari dalle tue parole (ma forse perchè mi è sfuggito) non sia giusto.
parliamone, ma agiamo anche.
come non so, purtroppo.
vabbè. lascia detto dove vai
hai ragione..però qualcosa si sta muovendo..dal basso, dai ragazzini. oggi violetta è andata ad un collettivo per la storia gelmini. ora chi ha figli al liceo, sa che sono anni che questi fanno i belli addormentati : una settimana di autogestione concordata, dico concordata, con il preside, e finiva li. Questa storia schifosa di gelmini ha messo in moto qualcosa : hanno ricominciato a trovarsi, a fare collettivo, volantini : è il loro futuro e loro si muovono.
sono le risposte dei grandi che devono arrivare : se no questi prenderanno dinuovo strade loro, che non capiremo subito ma arriveranno,e noi avremo perso un altro treno.
trasloca willy : io preparo uno scatolone come i fighetti di brothers, e vengo a commentarti….che vuoi mica che minnie-la-barricadera non sventoli la sua bandiera rossa ehhhhh?????????!!!!!!!!!!!
questo blog non viene chiuso, semplicemente la categoria politichè si trasferisce, mentre la testa di chi scrive, per quanto c’è ancora dentro, resta senza schizofrenie, a parlare di cose personali.
Per abitudine e storia ho capito che il personale e il sociale vivono assieme, così ho cercato di vivere e di far politica. Non è stato a costo zero, ho pagato parecchio l’indipendenza di giudizio e l’eccessiva partecipazione a ciò che facevo, però non mi è possibile fare altrimenti, sono fatto così. Non ho mai smesso di credere, è che il cambiamento sia possibile e che questo non sia il migliore dei mondi possibili. Continueremo a parlarne da altre parti Emma, senza proclami e buoni propositi. Non sono d’accordo che non abbiamo strumenti, questo, ad esempio è davvero potente e nuovo. Se n’è accorto Di Pietro, Grillo e altri che il tam tam funziona, ciò che mi pare serva è il raccordo tra qualcosa di fisico e agente sul territorio e il mondo blog. essere nel territorio vuol dire esprimere opinioni, rompersi le palle per discutere, indignarsi, avere pazienza e decisione, quando occorre, non indifferentemente. dare un senso alla Rabbia. Comunicare e parlare. In questo momento il disastro economico mi preoccupa per il lavoro, molto meno per la politica di questo paese, la finanza si metterà a posto, come l’alitalia, ma la scuola, la sanità, la giustizia, quando si modificano difficilmente ritornano al punto precedente. Bisogna avere memoria del proprio futuro, tenerlo presente come bussola. Ciò che non sopporto è la marmellata, non i critici, quelli mi piacciono, ma i bastian contrari, quelli che si schierano dall’altra parte e non sono dall’altra parte, gli ignavi, gli imbelli, quelli che ti danno ragione perchè tu stia zitto. A parlar d’amore e di solitudini si trova ascolto; sono i problemi di ciascuno, ma visto che viviamo in un mondo reale, io penso che per emigrare c’è tempo e che non è una prospettiva reale. Il mio paese è questo e qui voglio vivere, amare, essere sociale, senza chiudermi nei miei privilegi. Ho bisogno di parlare di politica e di problemi generali e di azione, di cose da fare.
Cara Minnie spero che si metta in moto la scuola, già in passato da lì è venuto il cambiamento, se togliamo i giovani e la loro voglia di giustizia non resta nulla.
ECCO L’UNICO
elemento costruttivo della Rabbia.Farla diventare Energia ma Energia per costruire il Meglio e il Meglio per cambiare.Ne saremo mai capaci? Come ottimista per dna,dico di sì.Per pessimismo indotto lascio ai posteri la sentenza sul dubbio del presente:”Eppur si muove!”…Bianca 207
E’ chiaro che verrò a leggerti dove parlerai di politica, perché apprezzo moltissimo la lucidità e la competenza con cui lo fai.
Ecco, il punto è: dividere le due cose? Non ho un’opinione precisa. Rimbomba ancora nelle mie orecchie il fatidico personale che è politico, cosa alla quale in verità non ho mai creduto troppo, neanche quando andava di moda.
Forse hai ragione tu.
non capisco.
tutto è politica.
che senso ha differenziare, dividere, separare?
ma fa lo stesso, credo.
ognuno per fortuna è ancora libero di fare quello che gli pare.
Se conosci luoghi in cui sia possibile l approfondimento e questo riesce a divenire strumento di cambiamento nel non-pensiero dominante, fammeli conoscere, willyco, perchè vorrei visitarli, magari anche costruirmi là una piccola casa. Condivido la tua rabbia, ma ti ricordo che il gradimento del presidente del consiglio è oggi al 62 per cento. Questo è il dato, non penso che farò a tempo a vedere il cambiamento, tuttavia sono certa che avverrà. Possiamo, forse, provare a costruirne le fondamenta e sarebbe già tanto.
Condivido, caro Willy, ed apprezzo il desiderio che manifesti di tornare a “sporcarti” le mani sul campo, comme autrefois ! In effetti il mondo dei blog, specie quelli che io definisco un po’ “fighetti” (absit iniuria verbis), alla lunga lascia insoddisfatti, quando ci si accorge di dire e ridire in fondo sempre le stesse cose e di parlarsi addosso. Penso anch’io, come Melania, che tutto è politica, questo sì, è vero. Tuttavia una cosa è un journal intime, pur se di fine qualità, ed un’altra è “… parlare di politica e di problemi generali e di azione, di cose da fare”. Ti aspetto, in Rete ma anche sulla strada, confidando nel tuo contributo, sicuramente prezioso in questi tempi di malapolitica. Ciao, carissimo amico, e fammi sapere.
Lupo.
dov’è la differenza tra coscienza personale, sociale o politica? io francamente non la vedo. siamo quel che siamo perchè abbiamo un pensiero preciso su tutti e tre i fronti, e questi pensieri si intrecciato e si alimentano l’un l’altro. che vuol dire separarli? dove vuoi che ti porti questa scissione? non capisco.
capisco che ci siano argomenti (e di questo ne abbiamo già parlato) che suscitano più commenti di altri, ma questo non vuol dire che siano meno interessanti o meno importanti. è solo che forse è più semplice parlare di quel che materialmente ci tocca ogni giorno e che più facilmente ci è concesso di modificare col pensiero e con l’azione (risultato, magari, del nostro confronto). che la politica è molto più complicata da modificare, o comunque è soggetta ad un processo molto più lungo, lento e che coinvolge molte più persone.
a volte, questi post che affrontano argomenti politici e sociali, sono difficili da commentare, perchè l’unica cosa che verrebbe da dire è: “si, sono perfettamente d’accordo con te”. ecco, sarebbe un commento assolutamente inutile, anche se vero.
quello che penso è che, nonostante la penuria di commenti, l’importante è che tu ne scriva (qui o altrove), che tu ne parli (con noi o con altri), tu che sei capace di farlo con grande efficacia e passione. l’importante è sollevare l’argomento e diffondere un pensiero. e non credere che gli argomenti sollevati qui (o in altri blog) non vengano poi affrontati e discussi in altri luoghi.
ecco, quel che ci tengo a dire è che, secondo me, non è roba che resta in superficie, come credi tu. e te lo dice una che questi argomenti non li commenta mai. ma li legge sempre.
più che una risposta a ciascuno di Voi, permettetemi di integrare i vostri pensieri con i miei. Parto da una premessa: per me la politica è una cosa concreta, ha dei tempi che sono scanditi nell’analisi, nell’azione e nel feedback. Non importa se in maggioranza o nell’opposizione, ma l’unica cosa che non mi basta è il lamentarmi. Mi pongo un problema che conosco e che molti di Voi condividete: che fare? come far sì che l’attenzione non cali, come sfuggire al contingente e portare le azioni in una prospettiva che non sia solo testimonianza? Mi ha impressionato la capacità che ha saputo esprime Obama nell’uso di internet, mescolando la veicolazione delle idee con i momenti pratici. Però per fare questo serve un luogo specializzato, ovvero non è possibile parlare di personale e di politico se l’obbiettivo è quello di costruire una rete di analisi critica, di resistenza al cambiamento deteriore. I giornali di partito o di opinione militante, un tempo assolvevano a questo scopo, ma non basta perchè nessuno di Voi acquista l’Unità o Liberazione e il Manifesto è un giornale più intellettuale che propone una visione di sinistra più che un foglio di lotta concreta. Il nesso è tra analisi, informazione, socializzazione, comportamento. Questo è un processo che non stravolge la nostra vita quotidiana nella sua essenza. Gli amori continuano ad essere amori, i sentimenti, l’amicizia,l’arte, i problemi di lavoro sono tutti al loro posto con le glorie e le nefandezze quotidiane, ma manca una dimensione collettiva, un senso al mugugno. Per questo ritengo che sia necessario che alcune cose trovino una presenza altrove. Vedete da questo commento, sto scrivendo cose lunghissime, io che di solito comento poco i Vostri commenti, li tengo dentro e mi sembrano un regalo.
quello che è certo è che occorre fare qualcosa, la situazione è veramente in rapido deterioramento, e gli italiani sono pure contenti, a quanto pare, anch’io ho letto i numeri del “gradimento” dell’attuale governo da parte dei cittadini, e sono stata colta da uno sconforto totale. dicci cosa pensi di fare, dove pensi di andare, che progetti hai: ci siamo lamentati abbastanza, bisogna davvero provare a fare qualcosa…
continuerò a leggere e parlare di politica. e ti leggerò dovunque tu vada.
sinteticamente e rabbiosamente, emma.
(volevo aggiungere che sono le risposte alle domande che fai che mi mancano, capisci? ma la coscienza politica no, anzi, chè ho iniziato presto, precoce e feroce)
si,
è importante che tu scriva ancora di politica, visto che analizzi tanto lucidamente la situazione.
perchè non farlo “anche qui” oltre che in un più consono altrove?
spesso, come dice Ste, non si commenta perchè non c’è niente da aggiungere.
ma si legge.
(Anima, anche per me lo sconforto è stato totale, di fronte ai numeri del “gradimento”…)
beh… almeno è tornata missminnie!
non ce la farai perché politica è amore -altrimenti è un’altra cosa- e l’amore a suo modo è politico. mischierai le cose anche lì. perché poi il personale riguarda tutti noi e ciò che riguarda tutti, per chi si interessa di politica, non può che entrare anche nel personale. non sarebbe giusto nemmeno dividere la propria parte maschile da quella femminile…se mi spiego.
ad ogni modo ti leggerò anch’io nei porti in cui vorrai approdare.
arya ma come sei gentile :)))))……intanto willy cominciamo con i ragazzini..oggi la regione e la provincia di torino si schierano fortemente contro il governo, che tace. i genitori dei bimbi delle elementari scendono in piazza, e non penso che siano tutti e solo di sinistra.
il governo è muto, e pure veltroni ..ma toccare la scuola in questo modo è pericoloso.
qualcosa si muove, parte dai bisogni : una scuola materna ed elementare che funziona vuol dire che le donne possono lavorare, portare a casa più soldi, essere libere.
come ci siamo detti è di pietro , il celerino, l’ex di mani pulite, che in questo momento tenta di muovere l’aria.
oltre alla signorina minnie, nel suo piccolo :)))))))))))))))))))))))))))
Andó vai, aspé che leggo tutto!!! Ho sempre una gran fretta di commentare…