piccoli delitti

dei nostri piccoli delitti portiamo sproporzionata pena: un codice interiore ci condanna. Forse tra tutte le similitudini, l’arrovellarsi sul giogo di Gordio è lo specchio di ciò che ci differenzia: Alessandro aveva una spada affilata e risolse il problema, gli altri, noi compresi, erano lì a sciogliere e lisciar canapi, pensando di mantenere integra la gomena e il carro. Nè consola che lo spirito d’Alessandro risolse presto anche la vita propria, era il suo destino, altro è il nostro. E in entrambi non c’era minor sproporzionata pena.

Ma questo vale per chi non lascia scorrere via la vita ed accetta vi sia il posto per la tristezza e il riso e che il giorno porti in sè smemoratezza e coscienzaNulla è dato davvero per l’ultima volta: questo è il motivo del sublime errore che si ripete e dei nuovi sbagli a cui faremo posto.

A volte vien da pensare che non i volonterosi, non i sensibili, ma i furbi mediocri gestori dell’insensibilità, siano il prodotto dell’evoluzione e che agli altri spetti inventare e fabbricar i carri su cui far loro posto.