volo di passo

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Sceglie il volo sghembo. Puntare un orizzonte e poi entrare nel cielo. Volare, girare, cadere in picchiata, riprendere.

Si dirà: che c’entra? C’entra, c’entra, ci sono sentire che sono una direzione, che si alimentano di pane, salame e amicizia per far festa, che s’incazzano per un po’ per quanto accade e poi gli passa, che vogliono un centro a cui attaccarsi per poi criticarlo. Ché non riuscirebbero a farne senza, ma bisogna conservarlo distante quel tanto che non interferisca troppo con le vite. 

C’è una direzione, un dire che è quasi essere, l’io sono da questa parte. Un salvagente per far argine al mare piuttosto che imparare a nuotare e che poi serve ad assolvere una vita a zig zag tra impegno e stanchezza.  Questa è la differenza tra gli snobbettini e gli altri che pur vivono comunque di cioccolata, caffè e cappuccino, ma scelgono di giorno in giorno. Con alzate d’estro, senza pensarci troppo, perché ci si stanca presto e ormai si sente poco, oltre la direzione. Così si può vivere, come si beve il quarto bicchiere, quello che farebbe perdere la patente: d’un fiato e senza troppo gusto.