La locandina del giornale locale riporta: nei guai anziano pensionato disturbava commessa. Rivedo il titolo al bar e , incuriosito, cerco l’età del vegliardo: 62 anni. L’articolo non spiega molto, pare che l’anziano pensionato cercasse di conquistare la commessa, avendo male interpretato la sua gentilezza.
Mi colpiscono tre cose: l’età, il pensiero dell’eterna giovinezza del fascino, il bisogno di attenzione.
Per i giornali l’anziano comincia ben prima dell’età Fornero, sono rimasti a due generazioni fa quando uomini e donne sessantenni erano ormai vecchi. Ospiziabili. Non è necessario correggere nulla, anche se è più difficile leggere: anziana pensionata disturbava commesso. Le donne sono effettivamente differenti, ma per gli uomini la società contiene una generazione che a 60 anni non esce dal lavoro, e neppure da vita e sentire. Le donne, pur avendo analoga vita e sentire, hanno uno stile differente, e questo ancora una volta fa pensare.
Il pensiero di essere attraenti è una gran cosa, fosse solo in termini di autostima. Don Giovanni non muore mai e sulle panchine ha sempre imperversato, oggi di più. Solo che non si limita ad esercitare sulle panchine, ma ovunque. Diciamo che c’è un po’ di confusione tra teste che, giustamente si sentono attive, e questa giovinezza protratta che sembra non finire. Pare esista solo il biasimo sociale nei comportamenti fastidiosi, e néanche tanto, visto che i modelli divistici e culturali, infrangono in continuazione i vincoli di età, a far da discrimine. Mentre credo che la cosa dovrebbe ritornare nei canoni della consapevolezza e dell’educazione sentimentale, magari fondando sulla gentilezza i rapporti e lasciando ai singoli il compito di dire se la cosa è opportuna oppure no. Forse il problema vero è che in tutti i rapporti bisogna essere in due e che questa percezione non è sempre presente, e naturalmente nella parte più debole si preferisce confondere qualunque attenzione, fosse solo per un narcisismo persistente che ha bisogno continuo di verifiche. La cosa in realtà comincia presto, e continua, e si rinfocola secondo un ciclo, è mia opinione, dove ad ogni età sociale, subentra, dopo una prima paura, la consapevolezza di non corrisponderle perché i segnali che arrivano dal corpo e da ciò che si fa sono differenti. Insomma ci si sente più giovani e attraenti di quanto si è.
Il bisogno di attenzione è comune a tutte le età dell’uomo, ma con gli anni aumenta e fa perdere la cognizione reale di sé. Per cognizione reale, intendo quella legata all’età vera, al proprio corpo com’è, che cose come lo star bene e la vigoria fisica sembrano invece confondere. Dovrebbe essere una cosa bella, un godersi la vita più a lungo. Le età hanno bellezze proprie, e non poco intense, se si riesce a coglierle. Una donna nell’età di mezzo, ha una bellezza particolare, lo stesso vale per l’uomo, ciò che dovrebbe essere un piacere è un peccato diventi un problema.
Mi sto chiedendo se mi sto consolando: sono più vecchio dell’anziano pensionato e guardo pure le donne, per strada, al bar, ovunque. Sorrido. Per fortuna non hanno scritto, un vecchio pensionato, o peggio hanno puntato sul laido individuo, che a una cert’ora, è sempre in agguato sulle scrivanie dei giornali per fare un titolo da locandina. Insomma è andata bene.
p.s. magari ridiamoci un po’ su, ma Leporello racconta i sogni maschili come fece Fellini in 8 1/2