Del sonno e dei sogni bisognerebbe essere degni,
non accampare stanchezza nel creare la vita.
Lasciare che il giusto invada il presente
perché le idee danno a noi dimensione
e ogni fare attorno s’assomma.
Togliere all’abulia l’atrocità del disamore
che consuma in silenzio i corpi e le menti.
Tra l’erba esausta dal troppo sole,
di che parla il nostro cuore,
a chi si rivolge,
mentre attorno tutto scivola e viene immolato,
nella postura d’una frana d’indifferenza.
Serve un nuovo equilibrio che raccolga desideri, principi, ideali,
dall’immensa discarica dei valori umani.
Ora prevale il cinismo e il piccolo interesse,
l’incapacità di affrontare la fatica di essere uomini,
dare consenso a ciò che umano
è ciò che di buono c’è nei cuori.
No, non era questa la vita che avremmo voluto.

Decisamente no, non l’avremmo mai voluta.
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