L’unico ricordo comune europeo è la giornata della memoria. Se essa rappresenta non solo il ricordo di ciò che è accaduto e che ancora può accadere, dovrebbe essere una frattura tra un prima e un dopo che muta gli uomini. E’ davvero così oppure dopo la rimozione iniziale, la coscienza dell’orrore, il suo esplodere nelle coscienze, un’altra più sottile rimozione è avvenuta, ovvero che essa sia legata a un contesto e a persone precise che del male furono interpreti assoluti. Ma a quel male che si annida nell’uomo essi parlavano e trovavano consenso. Questo è ciò di cui ci parlava Primo Levi.
Da questa memoria non mi sono mai separato sin da quando ho letto, ero ragazzo, un libro di Pietro Caleffi e Abe Steiner sui campi di sterminio. Poco testo e molte fotografie, che mi sconvolsero sino a non capire il perché e la misura dell’orrore. Mi sembrava impossibile che fosse accaduto. Oggi non ho più la sensazione che quello sterminio non si ripeta, come non penso più che la democrazia assicuri il rispetto della libertà e dei diritti dell’uomo. Se penso agli ebrei, come ad altri gruppi perseguitati, penso agli inermi di allora e di adesso. Capisco quelli che si difendono, ma non quelli che usano la forza per conculcare, togliere, uccidere. L’indifferenza verso gli inermi e i presunti diversi, allora come adesso, è pervasiva, toglie la percezione del male. Lo rende relativo e cancella le vite degli altri che diventano definitivamente “altro”.
Giustamente si è osservato che se si giudica un male come assoluto le altre espressioni del male diventano di grado minore e non è così perché il male è anzitutto riferito alla persona ed è già assoluto in essa, poi diventa immenso quando si moltiplica nel gruppo, nell’etnia, nell’ appartenenza ad un popolo o a una cultura che lo identifica. Quindi non pensiamo che l’inferno sia avvenuto, sia stato attuato allora e poi non sia mai più, perché il male trova nuove forme per esprimersi e fare di peggio. Oggi faccio fatica a non vedere il presente, a non pensare che tutta la sofferenza patita non sia servita se non a diventare egualmente feroci e che l’insegnamento sia stato non quello di migliorare l’uomo ma di renderlo uguale nell’indifferenza al male fatto.
Faccio fatica a pensare con equità, a trovare ragioni e ad essere indifferente. Ho memoria e guardo il presente, mentre temo il futuro.
Mai il futuro mi è sembrato così incerto ed oscuro.
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Analisi molto precisa, che ci dice: cosa abbiamo imparato da tutto ciò?
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Se lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale ha alcune caratteristiche che lo rendono un unicum, tuttavia si verificano e si continuano a verificare sotto i nostri occhi guerre, massacri, stermini. Purtroppo quello che è successo non ci ha messo al riparo da quello che è potuto e potrà ancora succedere, in questo Primo Levi aveva ragione.
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Sembra che se lo dici sei antisemita
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