Nel tempo gaio in cui tutto importa, molto è disperante e finge la stessa natura della felicità, così la leggerezza è virtù di molti. Non di coloro che scavano nelle passioni, le scorticano come le parole che faticano a dire e restano intonse a percuotere il rimorso di ciò che non vien detto, allora le guardano sino a trovarne l’inconsistente anima ch’è solo porta per un altrove in perenne attesa di scoperta. Ci fu un tempo in cui l’addio era leggero, un prolungamento del tempo che ormai aveva preso altra attenzione. Certo c’era un arrestarsi, un riflettere, ma breve perché altro urgeva e soverchiava, cambiava il colore dell’alba e della sera, si immergeva nel giorno pieno d’attesa e di speranza nuova. Il soffrire entrava in un bilancio dove chi vinceva era l’urgenza del nuovo che cambiava l’ordine delle cose e come resistere a questa ondata di vita che non tollerava indecisioni. Si soffriva il giusto che sempre è ingiusto, così il difficile veniva consumato, reso relativo, portato nella natura delle cose e nessuno, o quasi, che aveva esperienza di notti consumate nell’attesa dell’alba, di un peso da portare verso una stazione, oppure un auto o un passo che s’allontanava verso un impreciso dove, giustificava se stesso se non con la necessità. Questo sentire sarebbe venuto poi, nel denso ribollire dell’interrotto, del non consumato, visto nell’esame impietoso dell’esausto andare, o nello strascicar parole che a nulla servivano se non a non dire. Quella parola che difficilmente si usa, regnava nel profondo e si scontrava con clangore immane di pensieri contrapposti: tradire era procedere, rompere ciò che sembrava essersi consunto e invece si sarebbe legato con tutto quello che prima era stato e ciò che sarebbe poi venuto .
Ciascuno è somma di ciò che è stato e sottrazione di quello che in vario modo gli è stato tolto. Gli addii sono sia nell’una che nell’altra parte e ciò che si è dato verrà subito, muta solo il porgere e il ricevere, l’essere sinceri con se stessi per dire ciò che è sentito e non può che far male mentre sembra solo bene. Non ci sono bilanci possibili, la vita è ciò che siamo nel momento in cui la pensiamo e sentiamo nostra, il resto è biografia. Essere fieri di ciò che si è diventati con fatica, piacere e fallimento e scontenti di non essere ancora ciò che si sarà.
In quei tempi così morbidi di vita, seta e sonno, dicevo che di me t’importava poco, troppa fatica per vedere oltre le parole, i piccoli moti d’espressione che già erano l’anima remota che s’agitava riconoscendo sé e te e che doveva usare il ragionar di perdere per trovare ciò che bastava, ma non bastava, ora come allora l’amore non si spegne, casomai muta e chiede d’essere riconosciuto, ed esaurito il tempo breve per capire mentre eravamo immersi nell’attenzione del desiderio, ciò che rimaneva era il ritirarsi come usa fare la luce al giorno, mentre gli sottrae memoria di colore, mette nella penombra i dettagli e chiama sommessamente a soccorso l’intuizione. Era poco e molto a seconda dell’ora della notte o dell’umore che il cielo regalava al giorno e agli uomini in attesa, eppure quel poco ancora cuce pezzi di tessuto, spazio, tempo, stato che non dissolve ma rammenda l’universo piccolo in cui ciascuno si rinchiude, fatto di finestre e piccoli canti d’ombra dove si posa polvere preziosa come ciò che ottenebra.
















Tempo d’addio in condizione di numeri relativi è a definizione precisissima. Immagini paiono pure esatte ad iconografia che si fa narrazione.
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Che bel pensiero, grazie seguo ciò che sembra terreno e sono ninfee ma che fare altrimenti?
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Roberto le tue considerazioni sono profonde e scritte benissimo Sono tanti gli addii che entrano a far parte della nostra vita , alcuni possono essere rivolti a noi stessi.
Belle foto , come sempre !
L’amore non cessa di esistere…
Io credo che sapere che l’altro è presente diviene per ciascuno una necessità profonda e duratura .
Come ultima parola scelgo
un sorriso
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Buon giorno Francesca, l’autunno regala colori accesi e giornate luminose, i primi freddi invitano a luoghi che abbiano calore. I ricordi vengono naturali nel silenzio, ciascuno racconta ciò che è stato ma tiene riserbo, giusto e bello, sulle emozioni che ancora permangono. In fondo è questo che ci accade, ogni sentimento vissuto ha creato nuove arterie e nervi che portano per sempre un contributo alla vita, così costruire il nuovo sarà la somma di ciò che siamo stati, abbiamo provato che ci permette di essere e di vedere il mondo come mai prima. Non c’è nostalgia nel ricordare ma affetto e bene, gioia di aver vissuto e di vivere. Buona giornata con un sorriso per te 🤗
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