La tristezza è questo fuoriuscire d’anni,
d’ali esauste verso sera,
nei pensieri rauchi articolati male,
con speranze e passioni,
da troppo volo lise.
E’ questa inquietudine che da qualsiasi posto,
anzitempo mi porta via.
E’ il non essere appieno, come sarebbe stato,
innominato come il non compiuto come ciò che vuol essere mutato.
E’ l’attesa d’ una pioggia che non viene,
lo smorto sole che raschia l’anima alle cose,
è una porta disegnata su un muro che non s’apre,
è pietra che contiene, finestra che mi guarda.
Sul cuscino qualche riccio:
filo che cuce della notte i sogni brevi,
l’aria già frizzante, poche stelle
strappano un sorriso alla nuda pelle.
In chi distratto guarda
sarà compreso lo scivolar stanco dell’ali,
l’abbraccio alle nuvole rosate,
e il saltare da una macchia di sole
a quella appresso ch’è già stella?

Ho perso il mio commento , mi dispiace Erano versi spontanei scritti subito dopo aver letto la tua tenera ,romantica , triste poesia . Io leggo la vita che scorre, mentre tu la vivi . Bella !
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