caro Raffaele

codicesociale su post lamentoso, visionario e politico

Leggo sempre con molto interesse i Suoi post, a dire il vero li trovo estremamente godibili quando parlano della vita, dei sentimenti in genere, piuttosto che quelli relativi a questioni di tipo politico-sociale.
In realtà noto il disperato tentativo, da parte di un Signore di sinistra di recuperare un’identità di un partito che ormai non ha assolutamente più nulla di sinistra, soltanto, come diceva qualcuno solo chiacchiere e distintivo, solo chiacchiere e distintivo…
Quindi lasciamoli morire in pace, occupano uno spazio vuoto, come gli scanni che hanno in parlamento; quello che hanno potuto dire e fare, l’hanno già dimostrato, incapaci, volgari, egoisti e presuntuosi; autoreferenziali come il Narciso che si specchia nel fiume, mediocri interpreti di una rappresentazione pirandelliana, servili rispetto al dio danaro.
Mi consenta un consiglio, in tutta umiltà: faccia come me, si metta dalla parte del torto, in attesa di un altro posto in cui mettersi, è molto più dignitoso!!!

Cordiali saluti
Raffaele

Caro Raffaele, anzitutto mi scuso a nome di WordPress che aveva messo il suo commento negli spam, invero in una compagnia allegra ma troppo faticosa per le performance sessuali richieste in più lingue, almeno per me che su questi temi preferisco la discrezione e la realtà. Ma veniamo alle sue parole che mi hanno colpito positivamente e fatto pensare. Mi sono chiesto da che parte sono e in cosa spero, che senso attribuisco ai miei gesti, ormai limitati, che direzione assuma il mio impegno.

Non nego la confusione, la speranza che si mescola con il vissuto, entrambe condizioni pericolose per l’analisi della realtà. In verità sono da molto tempo dalla parte del torto, se questa possa essere individuata nel restare pervicacemente in minoranza e nel non rinunciare a discutere, proporre, partecipare. Da quando me ne sono andato dal pd, partito che non avevo contribuito a fondare perché anche allora ero dalla parte di chi era contrario alla sua nascita, ciò che è accaduto in Italia e nel mondo, mi ha fatto riflettere assai sulla sinistra e sulle sue possibilità di futuro. Mi sono anche convinto che quanto accade in paesi in cui la sinistra ha ancora qualche presa, questo accada più per ragioni locali che per costanti universali. Quindi essere dalla parte che la realtà riserva non a chi la nega ma a chi si oppone ad essa, ovvero il torto, diventa una condizione naturale. Non spero nel pd, partito mai nato per davvero e luogo di legittime ambizioni politiche che però ben poco hanno a che fare con la parte che dovrebbe essere rappresentata da quel partito. Non mi ritrovo nella piccola sinistra che ha tentato di ritrovare gli smarriti nel bosco, senza capire che queste persone non avevano sospeso la fiducia ma l’avevano proprio tolta. Non mi riconosco nella mera testimonianza, negli atti dogmatici di fede che rimandano ad analisi molto condivisibili ma astratte da una realtà che potrebbe essere modificata solo con una rottura traumatica, ovvero una rivoluzione. E non vedo proprio chi abbia tempo e voglia di fare una rivoluzione egualitaria, solidale e portatrice di libertà in questo paese e in questa Europa. Potrei dire che chi ha ricordi è meglio stia a casa, frequenti il piacere delle sue passioni quiete e lasci che il mondo vada come meglio crede perché ogni impegno in fondo, è un atto di superbia e onnipotenza e mentre non muta nulla attorno lascia sempre meno energie. Ma senza l’impegno non esisterei, di questo me ne sono reso conto e come da tempo non penso di avere più una ragione universale, mi aggrappo a quelle piccole pratiche che attengono al noi, che vogliono più legalità, maggiore solidarietà, una libertà che non abbia altro limite che la legge e l’offesa dell’altro. Utopie, che mi riportano all’io. Strano vero che chi parla di noi, lo faccia in prima persona come se questo fosse un bisogno individuale e non una analisi applicabile alla collettività. 

Caro Raffaele, non ho verità, qualche principio a cui non rinuncio e alcuni ideali che non sono mai stati un peso. Non posso difendere un partito in cui non ci sono e nella mia condizione di “cane sciolto” non ho nulla di dogmatico a cui attaccarmi, capisco però che il mondo sta mutando. Rapidamente e in direzione imprevedibile. Servirà una bussola, una direzione nella quale muoversi proprio per essere, come lei diceva, dalla parte del torto. Ecco questa bussola la costruisco guardando e cercando il buono che emerge, le contraddizioni, in una parola, mi fido ancora dell’uomo come genere collettivo e penso che alcune condizioni siano ancora possibili perché esso si salvi da se stesso. Capisco che è poco, che il ragionamento è arruffato, ma avevo premessa la mia confusione e il non avere verità da spendere. Un tempo l’analisi della modernità era una buona prassi per interpretarla e cercare di guidarla, ora c’è un sentimento ambivalente che oscilla tra il luddismo e la fede illimitata nella tecnologia come risolutrice di ogni problema. Naturalmente tutto questo testimonia la grande confusione collettiva, la mancanza di guide che si preoccupino di un bene comune, ma se non ci fossero moltissime persone che ora sono insoddisfatte, che ritengono che capire venga prima del fare, che si cimentano con nuovi paradigmi, tutto sarebbe perduto. Ma io credo ci siano Raffaele, credo che siano contro e a favore di qualcos’altro e che non abbiano torto. Cerco di capire da loro, per l’egoismo di avere un senso in questa società.

E’ poco, me ne rendo conto, ma non saprei fare altrimenti. 

La ringrazio di cuore, la riflessione continuerà e avere qualcuno con cui parlare è davvero un regalo.

Roberto

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