L’uomo ha fatto fatica a tirarsi in piedi. La sua schiena glielo ricorda per tutta la vita. Ma anche la posizione seduta, di riposo, non è così naturale, le sedie seguono più principi estetici che la fisiologia. E qui finiscono le considerazioni generali. Un tempo il cartello solo posti in piedi indicava un disagio, una minore fruizione di ciò che veniva proposto riservato agli ultimi o ai meno abbienti. Credo che per questo abbiano inventato lo sgabello ovvero un modo per stare in piedi appoggiando la coda. Ma il pensiero non nasce dalla stanca e alcoolica osservazione dei propri vicini appoggiati al bancone del bar, ma dalla notizia che una nuova tendenza dell’organizzazione aziendale magnifica gli effetti produttivi del lavorare in piedi. Se è per questo bastava che ci si guardasse attorno e si sarebbe visto che una gran quantità di persone si siede di rado, ma la grande “intuizione” consiste nel far lavorare in piedi gli impiegati, che non sarebbero proprio in piedi ma sorretti da una gruccia su cui appoggiare i glutei. Se magari gli si racconta che questo rassoda la parte forse ci saranno schiere immediate di adepti. Però sorge una domanda: se ci sarà un aumento di produzione a fronte di un disagio, non appoggiare mai la schiena non è proprio il migliore dei modi per lavorare 8 ore, chi si terrà il beneficio? Ecco una risposta a questa domanda ci riporta all’inizio di queste considerazioni: i primati si sono rizzati sulle zampe posteriori per correre meglio, per raggiungere la frutta sui rami bassi senza fare salti, per spostarsi vedendo cosa c’era sopra le erbe della savana, quindi hanno perseguito un utile. Allora la domanda diventa: se cambio postura che utile ne ho?
utile?
…niente utili, solo tanti mal di schiena 😦
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diventeremo tutti curvi .(
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