il tempo e le cose

DSC01398

Ho sempre fatto più cose, talora molte. Se questo servisse in realtà ad altri scopi, cito i verbi: esaltare, distogliere, amare, misurare, occultare, rispondere, soddisfare, ecc. ecc. , quasi certamente è vero. Mai un solo verbo applicato per volta, però, e la mistura era, -ed è- la mia interpretazione del vivere. Con questa premessa, è evidente che il tempo sembrava non bastare mai. Era vero allora, e neppure basta ora, che forte di vita vissuta potrei dire: ecco la lentezza non è più solo una modalità epicurea del vivere, ma piuttosto una necessità per assaporare ciò che c’è in relazione a ciò che è stato. Ma quale tempo non mi basta? Quello del vivere per necessità che è il contrario del piacere di vivere, per questo il mio tempo è diventato oggetto prima di riflessione e poi di sperimentazione. Ognuno si costruisce le sue ricette sull’uso del tempo, chi se ne fa dominare, chi lo rifiuta, chi si porta verso altri tempi oltre quello cronologico. Ciò che importa è che il tempo, e le cose, non prendano in mano noi, ci facciano scegliere ciò che non vogliamo e alla fine vivano al nostro posto. C’è tempo, tutto quello che c’è, e quello basterà per tutto il necessario e il soddisfacente, non possiamo averne di più. Ecco allora che la lentezza non è più un rallentare le cose, ma il governarle e si unisce alla leggerezza per riconquistare una libertà inusuale.

Ineffabile è la condizione di chi si pone al di fuori eppure è dentro, di chi non guarda l’ora e corre per il suo piacere, di chi fa e sente che quello che compie soddisfa. Chi? Naturalmente se stesso. E per gli altri non c’è bisogno di scuse se si è davvero se stessi.

6 pensieri su “il tempo e le cose

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.