il grillo saggio siede sul muretto al sole

Sediamoci al sole, sul muretto degli scontenti: questo è un paese vecchio, fatto di pensionati. Spesso talmente giovani che non lo sanno e hanno semplicemente mandato il cervello in pensione anticipata. Non parlo di chi si ostina ad avere speranze combattendo tra partita iva e call center, tra precario è bello e affitto da pagare. No, parlo di quelli che con il sedere al caldo, non partecipano, non si preoccupano, hanno una risposta pronta al loro disimpegno. Tanto… 

Allora sediamoci su questo muretto e godendoci il sole, parliamo di cosa faremmo, se noi fossimo gli allenatori di questa immensa squadra di calcio che ha quasi 60 milioni di giocatori. Parlo di strategia di gioco, di rosa dei titolari da mettere in campo, di massaggiatori ed allenatori dei portieri. Parlo di quello che servirebbe per vincere la partita. In questo siamo bravissimi, tutti, ma confesso che da qualche tempo, in questo campionato mondiale in cui la globalizzazione ha portato squadre nuove, sconosciute, senza rispetto per i vincitori naturali, non capisco più molto. Capisco ad esempio qual’è il campo, ma non chi sono gli arbitri, e spesso neppure le regole e chi sia l’avversario. Qualcosa dev’essere accaduto nell’89 o giù di lì, ma non ho (abbiamo) ben capito come si sarebbero svolte le partite successive. Dovrebbe consolarmi che, visti i risultati, neppure i vari allenatori che si sono succeduti devono aver compreso molto. Però non mi consola, come non mi consola la sconfitta della lega e del pdl, né mi preoccupa la vittoria dei cinquestellini, di cui sento la proclamazione della stampa che osanna qualsiasi vincitore. Neppure la tenuta (di che, di cosa) del mio partito, il Pd, mi rincuora, anzi ho l’impressione che anche al suo interno ci sarà la corsa all’oblio per iniziare una nuova partita, senza nessuna analisi seria di quanto accaduto. Siamo un popolo di lotofagi, smemorati non va bene perché qualcosa bisogna pur mangiare per dimenticare, ma adesso abbiamo un’agenda che trilla di continuo appuntamenti, scadenze, impegni, e francamente pare non si sappia che pesci pigliare, oltre ai soliti.  Eppoi chi ne ha le scatole piene non riesce più a vedere nulla di buono in chi si ostina a condurre la cosa di tutti, cambiare almeno un poco sembra la soluzione, basta una faccia, un provvedimento diverso, una svolta, ma se tutto è mediazione, il nuovo, anche qundo c’è, non riuscirà mai ad emergere.

Riassumo ciò che capisco: quello che chiedono quelli che non sono d’accordo, con l’attuale gestione della squadra, è il nuovo e la capacità di giocare con competenza.

Qui potrei fermarmi perché condivido e se questo è vero, qualcun altro dovrebbe dire cos’è nuovo e cosa significa competenza. Le mie sono convinzioni vecchie, si basano sulla mia storia e per me, nuovo, significa cambiare alcune persone che contano davvero, adottare provvedimenti mai presi prima e di buona ragionevolezza, tagliare qualche ingiustizia, spreco, rendita di posizione, potere non giustificato. Competenza, invece, per me significa non rinunciare al nuovo possibile, ma sapere di cosa si parla, non avere paura degli effetti del cambiamento, però conoscerli prima. Insomma non cambiare tutto perché nulla cambi, ma quello che è necessario e utile. 

E poi farlo questo nuovo con competenza. Farlo, non annunciarlo.

Non so se i partiti o il paese siano all’ultima spiaggia, francamente questa immagine non mi ha mai convinto perché il mare è sempre foriero di novità e di vita, ma io spero che i partiti, il mio almeno, capiscano che anche in un disastro si distinguono i buoni dai cattivi, che qualcosa si può salvare, che oggi, cambiare subito, è l’unica strada per dare una possibilità al paese, ai cittadini, alla squadra di calcio a cui apparteniamo.

Non c’è nulla più della verità che cambi in profondità e rivoluzioni. Basta vedere ciò che sta mutando sotto gli occhi, interpretare, agire di conseguenza. E serve un Paese coeso per affrontare la più grande sfida dell’umanità dai tempi della sua nascita, ovvero far sì che il benessere diventi un parametro di misura mondiale, non locale, un costituente della democrazia tra popoli e che non sia la finanza a dettare le vite e le democrazie che governano gli uomini. Quindi emerga un’economia che diventi condivisa.

Nel nostro Paese, abbiamo la possibilità di avviare un processo che può portarci davvero a pieno titolo in Europa. Ben oltre la sovranità di un piccolo Paese e dei piccoli governanti che esprimiamo, può nascere un processo politico in cui nuovi protagonisti entrino in gioco senza buttare la competenza. Non è una novità, ovunque questo viene fatto, e quale sarebbe la carta in più che potremmo giocare? Quella che non fa nessuno, ovvero l’autoriforma radicale della politica, un potenziale talmente forte, che pur nelle mutate condizioni mondiali dell’economia, nessun paese europeo è stato in grado di mettere in campo.  Allora nella nuova politica della squadra di calcio, non ci può più essere l’ AlfanoBersaniCasini, ma neppure Berlusconi e D’Alema, o Veltroni. Grillo deve tornare a farci ridere, se ne è capace, Vendola lasciare spazio ai suoi che non hanno narrazione, ma problemi veri. Il parlamento sarà nuovo se farà leggi nuove con teste nuove. Ed in questo, e finisco, ho poca fiducia su quello che verrà da un partito vincente grillino che proclama di essere fatto di cittadini prestati alla politica. Lo dicevano anche i verdi italiani, con il risultato che praticamente esistono solo i comitati che difendono un campo di terra, ma non una forza coerente che difenda in parlamento le ragioni dell’ambiente. E’ il teorema del muretto, dei pensionati di testa, la politica è una cosa seria che si apprende con umiltà e intelligenza. Chi viene amministrato deve pretendere di star meglio, e non di pagare gli errori di chi non conosce il gioco che sta facendo.

Non mi dicono niente i teoremi se non servono a qualcosa, eppure sono d’accordo su moltissimo: via gli indagati, acqua pubblica e acquedotti funzionanti, non più di due legislature, via i privilegi, tagliamo parlamentari e stipendi della casta, a casa chi perde, a chi ruba il carcere e l’esclusione da qualsiasi carica, ecc. ecc. Ma voglio sapere come si sviluppa il Paese, come si mantiene il benessere, chi paga i costi del cambiamento, quanti disoccupati ci saranno cambiando modello, come si occuperanno. Chiudere un’acciaieria, un cementificio è sacrosanto, se fa male alla salute, ma devo occuparmi di chi ci lavora dentro, creare nuova occupazione per quelli che vengono messi fuori squadra, prevedere come andrà a finire, avere una strategia. Ecco in questo serve la competenza e se posso permettermi, a me che il sindaco sia un cinquestellino o del mio partito, poco importa se è competente e bravo e tiene in ordine conti e città. Se invece è un lamentoso, che dà sempre la colpa agli altri per nascondere l’incapacità propria, allora può essere nuovo, giovane e pure bello, ma non mi serve a nulla.

L’impressione che mi è rimasta dopo le elezioni, e in quello che sta accadendo, è che stiamo perdendo tutti. Anche la speranza stiamo perdendo e questo è davvero il baratro, nella spiaggia si gioca, nel baratro si precipita e basta.

9 pensieri su “il grillo saggio siede sul muretto al sole

  1. per me conta se è grillino o altro. perché gli chiederò dove farà i tagli che le finanziarie gli imporranno. come assegnerà le case del demanio. cosa farà quando gli capiterà di dover gestire e finanziare affidi in comunità di minori, quando la provincia non coprirà i costi dei trasporti per gli studenti disabili, come costruirà il piano finanziario del diritto allo studio, dove troverà i soldi per sistemare le buche, come gestirà e dove troverà i fondi per l’illuminazione pubblica, per gli spazi d’aggregazione… conta sapere da che parte sta il sindaco. la competenza è un dato necessario ma non sufficiente.

  2. Il sindaco incompetente promette e poi non sa che pesci pigliare, parlo dell’incompetente non del disonesto. Io sta da una parte, ma riconosco il metodo democratico e so valutare chi mi fa del bene e chi invece fa i suoi interessi, non distinguo appartenenza nell’attribuire i meriti, ma il voto che dò è dov’è la mia speranza.
    Se un sindaco conosce la legge e i suoi limiti, gestisce bene il patrimonio che ha a disposizione (i cittadini sono un patrimonio non da poco), si mette dalla parte di chi ha meno opportunità, però costruisce un piano di governo comune e lo mantiene, alla fine vedrai che si stanca anche di Grillo e delle sue sparate, semplicemente perchè non è utile a ciò che si deve e si può, fare.

  3. scusa willy, non voglio monopolizzare né polemizzare. per la competenza ci sono i tecnici, io sono uno di quelli. per la politica occorre altro. prendo me come esempio, così non tiro in mezzo nessuno: il politico mi dice gli obiettivi che vuole raggiungere. io li declino in atti amministrativi (ché la pubblica amministrazione parla per atti) e li realizzo. è semplice. se mi chiede qualcosa che si può fare, la faccio. se mi chiede qualcosa che sta fuori dalla norma, dico semplicemente no, se insiste lo denuncio. è la commistione tra politica e tecnica che ha creato problemi, al netto delle ladrerie.

  4. Siamo d’accordo, a ciascuno deve andare il suo compito, vale per i politici e per i tecnici, senza confusioni. Non amo il governo Monti, credo si sia capito, anche se era necessario uscire in qualche modo dalla situazione precedente, preferivo le elezioni subito. Sulla separazione di compiti aggiungerei che chi ha responsabilità di governo dovrebbe conoscere ciò di cui si occupa e sottostare all’indirizzo e al controllo delle assemblee elettive, ma non è quello che succede. Ho fatto l’assessore ai lavori pubblici a lungo, il mio compito era scegliere le priorità non dare le traiettorie alle strade, proporre e discutere in consiglio il piano delle opere, e restare fermo se le motivazioni che sostenevo erano per me fondate.
    Ma questo è solo in parte il tema, forse non mi sono spiegato bene,quello che mi preoccupa non è il risultato delle elezioni, ma la sensazione che il mancato cambiamento della politica, mai così urgente,sia la motivazione o per il disimpegno oppure per una semplificazione dei problemi che ci sono. Leggo e sento elenchi infiniti di cose che non vanno e spesso sono d’accordo, ma servono le soluzioni con la testa. A questo serve la competenza, anche per dare una mano al nuovo, restando in disparte, al proprio posto.

  5. Nel tuo penultimo paragrafo ci sono le cose che avrei voluto dire io e con le quali sono completamente d’accordo.
    E aggiungo (citandoti) che se il sindaco “invece è un lamentoso, che dà sempre la colpa agli altri per nascondere l’incapacità propria, allora può essere nuovo, giovane e pure bello, ma non mi serve a nulla” e fa sicuramente danni.

    Riguardo all’ultima tua frase, temo sia così ma ma spero fortemente e vivamente di no, non per noi, ma per i nostri figli.

    Buon fine settimana Will, ciao

  6. Il grillo parlante e saggio sta al sole e va al mare a godersilo “sciabordio” pensando agli errori che ha fatto e a come ripararli,Con parole,”non” omissis” fatti singoli e che tengano in conto “concreto” la collettività.Ma ma ma i grilli saltan fuori solo di notte di giorno dormono.Ah ah!
    Bianca 2007 che poi è anche Mirka e senza bluff.

  7. ciao willy
    come sempre analisi interessante e lucida…l ‘aspettavo, e non mi hai delusa.
    ho mandato il link a mia figlia…così come si passa un libro che ci è piaciuto.
    un saluto a chi passa

  8. che bello risentirti Arya, come stai? ti diverti sempre con matite e colori? quando pasticcio con gli inchiostri penso che tu mi capiresti 🙂

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