buon 25 aprile

Un paese senza vergogna. Lo fu a guerra voluta e perduta, lo fu nell’applaudire le leggi liberticide, poi nelle leggi razziali. Lo fu ridendo delle censure e applaudendo il potente locale o supremo. Lo fu quando sparivano gli amici e i conoscenti e veniva negata amicizia e conoscenza. La lotta partigiana, il no di Cefalonia e della divisione Acqui, le divisioni che combatterono accanto agli inglesi e americani per rifare l’Italia, furono il sussulto dell’onore, la riconquista delle libertà di pensiero prima che di azione. Poi pian piano è tornato il paese sonnolento, connivente e normale. Non è un giudizio morale ma la percezione che la società italiana abbia nuovamente dismesso degli argini, tolto delle virtù civili e sostituite con quello che esisteva anche prima, ovvero l’essere sempre con chi vince, glorificare il furbo, portare col sorriso il sottile disprezzo delle regole comuni.
Questo ha prodotto la classe politica che ci governa adesso ed è coerente con il fascismo perbenista del me ne frego, ma anche quella di prima, pian piano annegata nella retorica e nei riti senza religione, ha dato una grande mano a disilludere sul cambiamento e a far impallidire il ricordo delle libertà riconquistato a prezzo altissimo di morte e devastazione. I partigiani, gli ideali che mossero un lampo tale da stupire le coscienze dell’abbrutimento vissuto per 23 anni, meritavano di più e di meglio. Quando leggo i sondaggi che danno la destra al 40% e fdi oltre il 28%, magari nelle regioni che governano da anni e dove i servizi sono precari, la sanità solo per chi paga, il lavoro una chimera, mi chiedo come si sia creata questa morta gora delle coscienze e dove sia la vergogna di chi è stato vilipeso ripetutamente in questi anni, dove sia la dignità di chi cerca il consenso in chi lo considera ancora cittadino di seconda serie. Un suddito. Si potrà dire che negli anni, dopo la ricostruzione, con il benessere non si è fatto meglio, che la politica è stata potere, come durante il fascismo, solo che c’era la libertà, ma non è stata che per poco, servizio. Eppure li ho conosciuti, io stesso sono stato parte di quella diversità che voleva cambiare il mondo e cominciava dalla strada in cui si abitava. Quindi c’era una alternativa, c’è. E l’orgoglio, la dignità, la lotta per la giustizia sociale per sé e per gli altri, c’era. Credo che non pochi abbiano ancora dentro questa indignazione che è rifiuto dell’esistente, anche se sembra che il futuro non conti e che sia questa l’era dei furbi e del solo presente.
Ma se i voltagabbana sono una realtà, nelle famiglie un tempo si insegnava l’onore, si rispettavano le persone, si pagavano i debiti perché era un disonore non onorarli. Si teneva al proprio buon nome che nasceva dalle scelte e dalla coerenza.. L’ospitalità era un modo per sancire la propria presenza sociale, il potere di dare misura di sé. Era tutto sbagliato? Ora i ministri si fanno vanto di non onorare leggi dello stato, di conservarsi nel potere con indagini per bancarotta e truffa in corso. E magari crescono nei consensi. Per questo penso che si siano abbattuti gli argini e la vergogna dilaghi senza essere sentita come tale, non più considerata una consapevolezza che abbassa lo sguardo e arrossa il viso. Mi ostino a credere in chi ha dato la vita, è stato torturato e non ha parlato, in chi ha costruito dalle macerie un paese e non solo per sé. Mi ostino a credere nella pace, nella libertà, nel cambiamento dell’economia verso la giustizia sociale, nel mutare delle abitudini verso il rispetto della natura e del pianeta. Mi ostino a credere che esista un futuro migliore per tutti e che sia nato in chi vide la tenebra del fascismo squarciarsi, rivelando la menzogna, la violenza, la sopraffazione perpetrata a un intero paese. Mi ostino e credo che resistere difendendo i valori del 25 aprile sia creare il nuovo, il buono, il giusto per tutti.

5 pensieri su “buon 25 aprile

  1. Flaiano aveva capito tutto già con “tempo di uccidere”, ma qualcosa ancora si muoveva nella cultura, negli spiriti critici del Paese, ora è più complicato e difficile.

  2. Capisco la tua ostinazione che trova tutte le ragioni nella memoria e nella consapevolezza di un presente tanto ingiusto quanto mortificante . Non ho sentito il 25 aprile come un fervore che scuote e muove le coscienze ,personalmente l’ho vissuto con profonda tristezza , direi amarezza. È diventato veramente complicato e difficile muoversi oggi contro la reale situazione politico economica e sociale . Credo che tu conosca meglio di me la palude che stiamo attraversando. Amo sempre la speranza che è ultima a morire . Grazie Willy hai scritto una pagina importante . .Buona notte .

  3. L’ostinazione della speranza contro la paura che viene usata a piene mani dalla destra e dai nuovi fascismi. La speranza che fa fare ciò che si ritiene giusto, equo, che rispetta l’umano e la dignità che porta con sé. L’ostinazione di voler superare una società in cui non esiste giustizia sociale adeguata. Quindi niente utopie ma il fare ciò che si può per non essere supini di fronte alla violenza materiale e spirituale.

  4. Condivido ogni motivazione e credo negli stessi tuoi valori, sono fondamentali per la democrazia. Non sono utopie, sono consapevole che è necessaria una lotta dura e continua, senza indugiare . Sono consapevole che per ritrovare la libertà e diritti perduti occorra passare attraverso la liberazione. I miserabili non hanno vergogna, morale, neppure dignità . Può l’uomo rinunciare all’uomo per il consenso? La mia risposta è no ! 

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