Parlare di B. con la giusta distanza, non farsi coinvolgere nella canea rabbiosa, usare l’indifferenza e occuparsi di ciò che conta davvero: l’Italia e gli italiani. Bisogna ripeterselo il mantra : io non ho paura. Ripeterlo perché con la paura si accetta tutto, anche le regole dell’avversario e adesso dopo 20 anni, e nella condizione di sofferenza in cui ci troviamo, non è più tempo. Io non ho paura, per quanto minaccia B. e i suoi, perché la miseria cresce, le speranze dei giovani scompaiono assieme all’energia del Paese, la rassegnazione investe tutti.
Io non ho paura che B. venga trattato come un cittadino normale e che venga affidato ai servizi sociali o sconti la pena ai domiciliari non mi interessa. Mi interessa invece che si esca dal pantano in cui siamo finiti anche per grande suo merito. Come vedete non gli attribuisco tutta la colpa, molti sono stati i conniventi, i distratti, gli interessati che non si sono opposti, ma non c’è dubbio che la visione del Paese di B. ci abbia portato in questa situazione. Basti pensare che la sua azienda ha sottratto soldi al fisco e così agli italiani anche finché era presidente del consiglio. Questo hanno detto tre gradi di giudizio, una garanzia che nessun paese occidentale ha, per una presunzione di colpevolezza, e ancora non basta. Ma questi soldi sottratti al fisco a agli azionisti, e sono tanti, sono il modo di vede il Paese del signor B., ovvero il prevalere della forza e della furbizia, il fare i propri interessi, senza alcun ravvedimento.
Quello che sarebbe punito negli Stati Uniti e negli altri paesi occidentali, semplicemente con il carcere, una multa colossale e l’espulsione dalla politica , qui è oggetto di minacce, ricatti, manifestazioni contro l’assetto del Paese. C’è una condanna, chi ha commesso il reato è giusto paghi ed è giusto che paghi fino in fondo perché non c’è ravvedimento, ma ostentazione, uso inaudito di mezzi di comunicazione per ribaltare la verità dei giudici. Chiunque di noi sarebbe già stato colpito da altri provvedimenti giudiziari in un comportamento consimile, il vilipendio, l’oltraggio, sembrano esistere solo per i normali cittadini, e questo fuorvia le persone, fa pensare che la giustizia non sia equanime. Non occupiamocene più, pensiamo ai problemi veri dell’Italia.
Io non ho paura di andare ad elezioni, di affrontare la realtà, di uscire dalla necessità che rischia di diventare omertà e accettazione supina. Basta governi di larghe intese, salviamo davvero il Paese che sta affondando nella mancanza di lavoro, di prospettive, nell’indifferenza di chi non crede più. Basta omissioni, rinvii, reticenze, teste che si girano dall’altra parte, necessità che pagano solo i più deboli. Basta.
Io non ho paura, ripetiamocelo guardando il pantano in cui siamo finiti, è l’unico modo per uscirne. Lasciamo che la dimensione del signor B. torni normale, ignoriamo le minacce, usiamo l’indignazione e l’ironia, non spaventiamoci davanti ai gradassi allevati a denaro e prebende, riportiamo la normalità tra noi. Ridiamoci sopra e occupiamoci del nostro futuro, non di quello di B. che non capirà mai i danni inferti a tutti noi. E’ ora di dire davvero basta e per farlo non dobbiamo avere paura di perdere qualcosa di importante, casomai quello ce l’hanno sottratto prima.
Io non ho paura.
p.s. in questi giorni circola su FB , la riproduzione del rifiuto della domanda di grazia scritta da Pertini al Tribunale speciale dopo l’intervento della Madre. Rifiutiamo i paragoni: la distanza, gli ideali, la testimonianza dei valori, la vita profusa per la democrazia da Pertini o da Gramsci (altra persona che non volle la grazia) sono incommensurabili con quanto sta accadendo.