Velluto, voluttà, voluta. Dal morbido carezzare di dorso e di palmo, alternati sino all’arco, ancora morbido di linea e di pensiero.
Soffice, sensuale, sentire. Un seno che si poggia e poi cerca un petto sorpreso, un corpo che aderisce e, ancora, cerca le anse che contengono. L’essere colmi dell’altro, sentire l’incastro come segno dell’essere speciale, dell’incontro unico, oltre il banale del caso, dalla superficie emozionata, giù nella profondità pullulante e densa. Il senso.
Tutto ciò è pensiero, sentire, toccare. Alternanza che si completa. Riflettere è tener dentro, trasparire è essere permeabili, di volta in volta l’uno e l’altro, per il tutto, l’uno. Non c’è priorità, tutto s’acqueta nella tensione, tutto tiene le due nature assieme.
Tangibile, intangibile, desiderio, quiete.
Nome e corpo, qual’è il più caro?
Corpo o beni, quale conta di più?
Guadagno o perdita, qual’è peggio?
XLIV Tao tê ching
