Potendo scegliersi la noia opterei per quella inattiva, possibilmente gestita in solitudine. La noia in compagnia, impegna troppo e soprattutto incattivisce. La noia è priva di oggetto, ma spesso si svolge in luoghi dove di oggetti ve ne sono fin troppi. Gli oggetti non sono un antidoto alla noia. La noia dovrebbe sempre essere un fatto personale, anche quando si è in compagnia. Capirla nell’altro, lasciarlo silenzioso a gestirla. E invece quando ci si annoia, si cerca un diversivo che sotterri il problema. Spesso si cerca di respingere la noia con il rumore, con il gruppo. Non mi piace, aggiunge fatica e fastidio, fabbrica sorrisi e convenevoli privi di verità, diventa un esercizio che sposta dalla noia al malessere. Forse è una mia sensazione, ma nei discorsi, in questi luoghi pieni di persone perennemente in procinto di qualcosa, le parole sono bolle, che lente rimbalzano, spesso si ripetono, finché scoppiano senza lasciar traccia. Neanche una traccia d’umido, meno di una bolla di sapone. Si beve per noia, si mangia per noia, si parla (quasi sempre d’altri) per noia. Ci sono persone che riescono a divertirsi, annoiandosi, a me fa l’effetto contrario, dopo un po’ di questa immersione la spinta verso la porta è inarrestabile, qualsiasi cosa sembra un sollievo, uscire, uscire, aria. Ed uscendo si avverte ancora l’eco d’un saluto: peccato ci si stava divertendo. Se fosse vero sarebbe da grandi, uscire lasciando una punta di assenza, invece è la traccia di quei convenevoli che già annoiavano all’interno. La noia collettiva spinge alla falsità, diventa tutto fasullo perché solo il silenzio è l’ antidoto alla noia di un gruppo che non comunica davvero. L’alternativa è dire ciò che si pensa, senza cattiveria, ma sembra sia disdicevole, ed allora non si fa. Non c’è via d’uscita, bisogna scegliere con oculatezza, e senza scopo lenitivo, le compagnie, perché il problema della noia in compagnia è che oltre ad annoiarsi, si annoia. Su di me questa violenza masochistica ha un effetto di blocco, si inceppa qualcosa ed i meccanismi del relativo, rallentano, ho la sensazione di annoiare, una specie tossica di noia entra in me, si è chiuso il cerchio, sono diventato causa della mia noia: annoio me stesso. Ecco perché me ne devo andare, non mi sopporto, devo tornare ad una noia solitaria, inattiva, compatibile, da meditazione. Magari prendo sonno.