Ci si svegliava presto al mattino a Hiroshima, gli artigiani, gli scolari, gli operai e gli impiegati facevano colazione e uscivano per raggiungere i luoghi di studio e di lavoro. La bomba fu sganciata alle 8.14 e 45 secondi, impiegò 43 secondi a raggiungere l’altezza di 580 metri dal suolo ed esplose. Come programmato. Il B 29 “Enola Gay” compì una virata di 159° in caduta per 500 metri per prendere velocità e allontanarsi dagli effetti devastanti dello scoppio, previsti e noti. La missione era compiuta e ciò che accadeva poi non riguardava i militari d’equipaggio. I tre aerei tornarono alla base.
Tra 70.000 e 80.000 persone morirono subito, poi si “stima” una cifra totale di 220.000 nelle ore e nei giorni seguenti. Stimare fu difficile perché bruciò tutto, anagrafe compresa e non si conosceva il numero di sfollati e visitatori in una città giudicata relativamente sicura. La stima fu basata sul numero delle magre razioni alimentari necessarie giornaliere.
Numeri, cose che acquistano significato quando enumerano qualcosa e queste erano persone prima vive. Gli animali, i viventi non animali, le cose furono racchiusi nelle parole : distruzione totale.
Fino alle 8.16 e 28 secondi quali erano i pensieri delle persone di Hiroshima.
Quali erano stati i loro sentimenti, attese, dolori e speranze nei giorni precedenti la distruzione assoluta del 6 agosto 1945. Certamente c’era l’attesa della fine della guerra, la normalità delle vite e dei lavori di ciascuno, la scuola, i sentimenti consolidati e quelli che sbocciavano. Tutto cancellato, tolto da ogni possibilità di esistere.
Ho ripensato alle biografie di Fermi, di Oppenheimer e alle tante vite di geniali fisici, matematici, chimici, tecnologi, che si affollarono attorno al progetto Manhattan, per costruire non una ma due bombe. Diverse ed entrambe inumane per la devastazione che avrebbero creato. Ho capito che per molti era una sfida scientifica, un ardimento nello scoprire privo di giudizio etico nonostante gli avvertimenti di Leo Szilard già dal 1938. Sapevano, non il luogo, non il giorno ma conoscevano la potenza letale che avevano inventato. Discussero tra loro, ma non fu una cosa seria perché non decidevano, fu prospettata al Presidente Truman l’opportunità della sola vista dell’effetto dell’arma in un’isola disabitata per indurre alla resa immediata il Giappone. Ipotesi scartata sia dai militari che dalla politica. La strategia di colpire i civili per fiaccare la resistenza del nemico, del resto, era già stata usata in Europa, pianificata con decisione dei comandi politici e militari. Avevano iniziato i tedeschi sull’Inghilterra a Coventry e altrove, gli alleati non avevano fatto da meno in tutta la Germania e non solo, con la nefandezza di Dresda, città senza alcun interesse militare. E ci fu una decisione strategica presa in tal senso, collegialmente per la Germania e i suoi alleati, durante un incontro dei capi di governo in Canada. Fu un ulteriore salto di disumanità con un esito che era più che prevedibile.
Su questo dovremmo riflettere, perché i dissensi tra paesi democratici furono davvero pochi, anche se ci furono, e nel caso del Giappone, la seconda bomba atomica fu un sostanziale esperimento sull’uomo. Il 6 agosto dovrebbe essere consacrato alla riflessione sulla normalità delle vite e sul loro diritto di esistere oltre le decisioni dei loro governanti. Se alla parola civili sostituiamo inermi si dovrebbe capire che ciò che accadde a Hiroshima non fu normale attività bellica, come non lo è a Gaza e non lo è stato in molti altri luoghi dal 1945 ad oggi, uccidere civili inermi è diventato al più un effetto secondario. Questo spinge le menti su quella relatività del giusto che fa compiere efferatezze immani. E non bisogna dimenticare mai che ogni pensiero terribile ha avuto attuazione dopo essere stato formulato.
Il bello è la nonchalance con cui si parla oggi di possibile uso delle armi nucleari, ma sì, perché no?
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Si ppensa che la distruzione e la morte riguardi gli altri. Si somma ignoranza con incoscienza che parte dal basso e arriva a chi detiene il potere. Bisognerebbe chiedere agli elettori se hanno dato a chi hanno votato, il potere di essere ammazzati in loro nome.
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🙏💐
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