Le giornate del ricordo sono importanti, sabato quella contro la violenza sulle donne è stata corale per i tanti che sentono questa società intrisa di problemi, antica nella ferocia e nei pregiudizi, moderna nell’indifferenza e nella rapida smemoratezza. Bellissime le manifestazioni, precedute dalle discussioni, arricchite in convegni, esplose nel colore di striscioni e cartelli, nei cori, nella vicinanza forte interpretata dalle ragazze di ogni età, dagli uomini che sentono la contraddizione in sé. Sono emozioni e consapevolezze che resteranno più a lungo del giorno.
Affrontare il problema della violenza sulle donne e non solo, è questione di velocità corale intuitiva. L’educazione, il cambiamento sociale hanno tempi lenti, la violenza crescente, l’odio verso il debole, il diverso, l’intolleranza hanno tempi velocissimi. È il capire ciò che accade e la consapevolezza che ne consegue che sono urgenti.
Essere consapevoli che la violenza non è il modo naturale di vivere in una società malata di competizione, di potere, di sopraffazione, non è natura umana ma natura deviata ed è assurda nel suo rovinare menti e vite. Avere un futuro personale, affettivo, che rende davvero mobili le vite nel loro scorrere, esclude la violenza, bisogna capire profondamente che essere violenti non è un potere ma la dimostrazione della propria incapacità a gestire se stessi, i propri sentimenti, le proprie azioni. Questa comprensione collettiva e profonda è necessaria e di primaria importanza.
Essere violenti, in qualsiasi modo avvenga, è una debolezza che impedisce il bene proprio e altrui, la libertà di essere. E non è possibile accelerare il bene che radica e che per darsi visibilità ha bisogno di tempo, mentre il peggio è solo consumo e istante, più facile, immediato, ma devastante nei risultati. Oggi la solitudine sembra preferire un nemico da combattere piuttosto che un amico da capire e coltivare. Abbiamo bisogno di una tregua dai luoghi comuni, dal sociale non equo. Le donne hanno bisogno di attenzione e di una tregua che le riconosca appieno in ciò che sono e fanno, per attrezzarsi e diventare più forti e la tregua la può dare chi ha il potere considerando importante la violenza sulle donne, difendendole senza attenuanti.
Per questo non basta una giornata, un’emozione, una solidarietà, ma serve tutto il tempo che abbiamo per cambiare, il rumore che mantenga alta l’attenzione e il capire ciò che accade, della sua gravità, diventi coscienza predominante.
Non ho parlato di Giulia Cecchettin, della sua morte tragica, del dolore e dell’emozione profonda che ha generato in moltissime persone. A Padova un corteo di veglia di oltre 10.000 persone non s’è visto mai, ed erano giovani e di ogni età, accumulati dal senso di smarrimento e dolore che genera una morte ingiusta e assurda. È subentrata la consapevolezza che la morte di Giulia è tutte le morti senza storia, senza notizia, ridotte a fatto, mentre sono violenza senza fine che prosegue nella loro rimozione dal vissuto comune. Da questo dolore spero nasca uno spartiacque, un prima che viene modificato dal dopo. Non sarà facile ma Giulia vive in chi la onora con il voler togliere la violenza dall’amore, dalle relazioni e dalla vita quotidiana e non solo in forza di legge ma per convinzione profonda che muta davvero i rapporti tra le persone.


















Leggendo le tue riflessioni mi tornano in mente diversi canti primitivi e poesie. Mi ribello a ogni forma di violenza e di morte .Non sono cieca non sono sorda , vorrei con il tutto il cuore e la mente che morissero per sempre tutte le parole e gli atti che negano il rispetto e la vita .
Scelgo un canto esquimese
PATOLE MAGICHE
Nei primi tempi, proprio all’inizio
quando uomini e animali vivevano insieme sulla terra
una persona poteva diventare un animale se voleva
e un animale poteva diventare una persona.
Alle volte erano uomini,
alle volte erano animali.
Non c’era differenza.
Tutti parlavano la stessa lingua.
A quel tempo le parole erano magia.
La mente umana possedeva poteri misteriosi
e una parola pronunciata a caso
poteva avere strane conseguenze:
poteva improvvisamente acquistare vita
e quello che gli uomini dicevano si avverava.
Bastava solo dirlo.
Nessuno lo può spiegare:
ma era così.
Spero che torni questo il linguaggio ,ecco la cultura che amo . Buona notte Willy
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Molto bello questo canto e le tue parole, Francesca, grazie
Buona notte
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Molto bello anche il tuo canto.
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Grazie Marina, sei cara. Spesso mi viene da ringraziare le donne per ciò che ho ricevuto, imparato, per come mi hanno portato a me stesso e agli altri. Crescere è una necessità ma quanto questo ci corrisponda è un apprendimento. Questo in gran parte l’ho avuto dalle donne della mia vita. Prima o poi cercherò di cantarle come posso. 🤗
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