Posted on willyco.blog 5 agosto 2015

Fumare fuori, in terrazza, nel buio che avanza. Verso ovest, le nubi hanno ancora striature di grigio, qualche orlo rossastro. Ora la strada è spesso vuota, quando c’è qualcuno, sono auto, persone, pensieri che vanno, che hanno una direzione. Rumore che si dissolve, silenzio, rumore che si ripete. Dalle finestre illuminate delle case tra radure artificiali, qui c’era il bosco, televisioni che parlano, altri silenzi. Si ascoltano molto più gli oggetti delle persone. Qualche voce parla dentro le case, si crede che nessuno ascolti e si è più liberi.
Quando si è giovani si pensa sempre di non essere visti abbastanza, per questo ci si mostra, si parla ad alta voce, oppure ci si duole di non saperlo fare, ma poi tutto diventa relativo. Ma intanto si è perduta l’età delle passioni, quell’innamorarsi della possibilità sino a sentirla concreta. Non si pensa più di studiare qualcosa di strano, d’imparare il sanscrito, oppure indagare su una piccola curiosità che cresce per suo conto e di cui si diventa esperti. E di queste idee non si parla quasi con nessuno perché è una cosa nostra, una passione da condividere solo con chi può capire, perché quella spinta viene da dentro e siamo noi in divenire.
È strano che nella notte ci sia sempre un cane che abbaia, una finestra che si spegne, una voce slegata da ogni contesto. Le luci dei balconi sono immobili, la pipa si spegne spesso, i pensieri corrono ovunque. Si rimpiange ciò che si è perduto, ciò che non è stato o ciò che non è più possibile? L’aria è diventata fresca, i rumori degli aerei che vengono da ovest si confondono col brontolare lontano dei temporali sulle dolomiti. Ogni voce ha il suo suono, ogni silenzio ha il suo suono. Se posso rimpiangere qualcosa è non essermi spiegato abbastanza e aver lasciato pozze di incomprensione, oppure di essermi spiegato troppo e aver tolto ogni speranza. Né l’una né l’altra cosa toccano il futuro, aggiungono consapevolezza alla notte, a quel guardare il cielo che cerca le stelle e non sa mai ben collocarle dentro di sé .
Molto bello e profondo questo post (come tutti i tuoi, del resto), ma confesso che sono stata attirata dal titolo… purtroppo se fumiamo in terrazza o alla finestra, i vicini di sotto inveiscono. Tanto basta a perdere tutta la poesia di un’esplorazione profonda della notte che abbiamo davanti. 😦
Purtroppo è vero ciò che dici. Fumo poco, sigaro e pipa ed è quasi un modo per raccogliere i pensieri. L’abitudine al fumo l’ho persa per strada, anche per i limiti che crescevano, così è rimasto il piacere.