Inattesa, una luce bianca, è entrata:
solleva lo sguardo,
e lo conduce prima sul muro
poi verso il cielo, interrogando.
È stato un momento, senza sapere, atteso,
prima che un raggio illuminasse
il legno del pavimento, la gamba, il braccio,
il cuore
e poi la testa si rendesse piena di quell’azzurro,
che gioca tra le nubi, ora di sfondo.
Non è più novembre,
è solo vita che vive, incurante del suo tempo
forte e libera di sé, e della stagione,
come usano, talvolta, le sere d’autunno,
prima delle luminarie per natale.
Poi la luce è mutata nel chiarore grigio
che lascia fioca quest’aria di primo freddo,
e non sa più dove andare,
mentre s’appiccica alle case,
chiude balconi e persiane,
e accende i piccoli led nei bar.
Lontano un telefono chiama,
con quell’antico suono degli oggetti d’altra età,
e tutto scorre attorno,
anche il chiarore scivola sui muri,
mentre, la sera, fioca di piccole paure, gia ci circonda.
Che noia il vivere
senza certezza d’amore,
che vuoti scava la parola
quando si perde vibrando nell’aria,
come luce prima d’un buio.
O forse quella luce non è mai stata
e la parola mai detta,
l’abbiamo solo immaginata:
ci pareva,
ed era solo una telefonata per dare una voce alla malinconia.
D’autunno le voci interiori,
prendono scuri toni,
sciolgono capelli intrecciati,
attendono la notte mentre il primo freddo si fa strada
e bruna è la sera
quando il cuore non si fa sentire appieno.
Serve un abbraccio sincero ad allontanare almeno per un pochino ombre e pensieri scuri, malinconie e tristezze serali?
Ecco, te ne lascio uno qui, è solo una piccola cosa, insieme ad un mio “solito” sorriso.
Prendili se vuoi …
🙂
Ciao
Ondina
Grazie Ondina, molto gradito ed efficace. Ricambiato con gioia.
Buona serata a te 😊
😀 :-*
Oh. Mamma mia.
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