non vorrei la forza del guerriero,
quella no,
piuttosto quella del poeta,
che solleva stanco, il passo nella neve,
eppur procede.
Vorrei la costanza indomabile dell’immaginazione,
il tempo ritmato delle pendole,
la tristezza del non fatto che si scioglie.
Vorrei tenere la forza dell’ abbraccio,
il parlar muto
liberato dal condiviso sogno.
Vorrei tener cara la morbidezza della neve
che prima si schiaccia in orme
e poi si scioglie
e cola in rivoli nei tombini arrugginiti,
scivolando verso la campagna,
dissetando piante e terra
finché il mare poi l’accoglie e fonde.
Vorrei la memoria d’acqua,
l’essere stata altro e l’essersi mutata,
fiduciosa in sé dell’ accaduto.
Ecco la forza che vorrei,
gentile e inarrestabile,
zeppa d’ afrore e vita,
come quella del poeta che
accarezza e fa l’amore con ciò che vede
tenendo cara la vita che l’accoglie.
La vita,quando non inganna,è sempre forza di carezza. Questo è sempre quello che ho sentito io. La neve?..è risata fresca che scalda con la visione di un buon rosso o una bacinella che arroventa i piedi come li fece mamma e nulla conta più. Bianca 2007
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La forza del poeta sta nella sua semplicità.
E infatti….
E ciò che hai poetato….
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